(Copertina) Foto, probabilmente, di Yoram Kahana (Retro)

Album commemorativo

Materiale attinente:

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Il nocciolo del biscotto / della questione

Il nocciolo del biscotto / della questione

 

  1 Detriti cosmici   1 Detriti cosmici
  2 Zio Remo   2 Zio Remo
  3 Per terra, nella rugiada   3 Per terra, nella rugiada
  4 Apostrofo’   4 Apostrofo’
  5 La storia di “Non mangiare la neve gialla / Colazione con frittelle per Sant’Alfonso”   5 La storia di “Non mangiare la neve gialla / Colazione con frittelle per Sant’Alfonso”
  6 Non mangiare la neve gialla + Colazione con frittelle per Sant’Alfonso   6 Non mangiare la neve gialla + Colazione con frittelle per Sant’Alfonso
  7 Forza eccentrifuga   7 Forza eccentrifuga
  8 Frontiera di energia   8 Frontiera di energia
  9 Frontiera di energia   9 Frontiera di energia
10 Frontiera di energia (Ponte) 10 Frontiera di energia (Ponte)
11 Detriti cosmici 11 Detriti cosmici
12 Non mangiare la neve gialla 12 Non mangiare la neve gialla
13 Nanook la spalma 13 Nanook la spalma
14 Nanook la spalma 14 Nanook la spalma
15 Ultime parole di Frank… 15 Ultime parole di Frank…

 

Tutte le composizioni sono di Frank Zappa.


Note di copertina di Simon Prentis Note di copertina di Simon Prentis
OMISSIONE IMPOSSIBILE - Perché non riusciamo a distogliere lo sguardo OMISSIONE IMPOSSIBILE - Perché non riusciamo a distogliere lo sguardo

La “continuità concettuale” può rappresentare una questione spinosa per i fan di Zappa. È un’espressione che tutti conosciamo nell’ambito della sua opera, ma quando si arriva al dunque, che cosa significa per davvero? Si tratta della ricorrenza di determinati temi simbolici - barboncini, “Louie Louie” e pompini - riferimenti occulti e parole segrete, oppure qualcosa di completamente diverso? Nel 1971, la “Cartella Stampa Personalizzata delle Mothers of Invention annunciava che “c’è, e c’è sempre stato, un controllo cosciente sugli elementi tematici e strutturali che fluiscono attraverso tutti gli album, tutte le esibizioni dal vivo e tutte le interviste”.
La “continuità concettuale” può rappresentare una questione spinosa per i fan di Zappa. È un’espressione che tutti conosciamo nell’ambito della sua opera, ma quando si arriva al dunque, che cosa significa per davvero? Si tratta della ricorrenza di determinati temi simbolici - barboncini, “Louie Louie” e pompini - riferimenti occulti e parole segrete, oppure qualcosa di completamente diverso? Nel 1971, la “Cartella Stampa Personalizzata delle Mothers of Invention annunciava che “c’è, e c’è sempre stato, un controllo cosciente sugli elementi tematici e strutturali che fluiscono attraverso tutti gli album, tutte le esibizioni dal vivo e tutte le interviste”.
Eppure, come il povero Mike Nesmith che si fingeva Frank Zappa in quel famoso episodio dei Monkees, i nostri tentativi di localizzare l’anima della musica (“È sul primo e sul settimo o sul primo e sul quinto?”) possono lasciarci spiazzati in malo modo: non solo a volte sta sul terzo e sul quinto, ma può anche darsi che stiamo ponendo una domanda completamente sbagliata. Perché nella continuità che collega il concetto di AAAFNRAA (Qualsiasi Cosa, in Qualsiasi Momento, Ovunque, senza Alcun Motivo) i simboli contano meno della simbiosi - l’interazione tra i pezzi organici del puzzle sarà sempre più interessante di qualsiasi particolare cagnolino, inno o gratificazione. Eppure, come il povero Mike Nesmith che si fingeva Frank Zappa in quel famoso episodio dei Monkees, i nostri tentativi di localizzare l’anima della musica (“È sul primo e sul settimo o sul primo e sul quinto?”) possono lasciarci spiazzati in malo modo: non solo a volte sta sul terzo e sul quinto, ma può anche darsi che stiamo ponendo una domanda completamente sbagliata. Perché nella continuità che collega il concetto di AAAFNRAA (Qualsiasi Cosa, in Qualsiasi Momento, Ovunque, senza Alcun Motivo) i simboli contano meno della simbiosi - l’interazione tra i pezzi organici del puzzle sarà sempre più interessante di qualsiasi particolare cagnolino, inno o gratificazione.

E allora che diavolo c’entra un apostrofo (’)?
E allora che diavolo c’entra un apostrofo (’)?

Nella canzone “Piedi puzzolenti”, come noto, il cane Fido risponde al suo interlocutore umano spiegando che questo fastidioso peccatuccio di punteggiatura è il nocciolo del biscotto / della questione della continuità concettuale. In che modo, però? L’unica, apparentemente, volta che Frank fu interpellato esplicitamente sul rompicapo in questione, affermò che quello che aveva in mente era la funzione che “denota possesso”; forse, però, non dovremmo concederci di prendere ciò troppo sul serio.
Nella canzone “Piedi puzzolenti”, come noto, il cane Fido risponde al suo interlocutore umano spiegando che questo fastidioso peccatuccio di punteggiatura è il nocciolo del biscotto / della questione della continuità concettuale. In che modo, però? L’unica, apparentemente, volta che Frank fu interpellato esplicitamente sul rompicapo in questione, affermò che quello che aveva in mente era la funzione che “denota possesso”; forse, però, non dovremmo concederci di prendere ciò troppo sul serio.
In primo luogo, l’affermazione di Fido è subito messa in dubbio da una valanga di parole comunemente apostrofate che non c’entrano nulla con il possesso (IT DOESN’T, AN’ YOU CAN’T, I WON’T, AN’ IT DON’T. IT HASN’T, IT ISN’T, IT EVEN AIN’T, AN’ IT SHOULDN’T…). In secondo luogo, Frank era troppo intrigato dalle polivalenti (per non dire malevoli) possibilità in agguato in quasi tutti gli aspetti della realtà per vincolarsi a una sola interpretazione, e neanche noi dovremmo farlo. E, per essere a tal riguardo pedanti fino all’eccesso, in realtà un apostrofo non “denota possesso”: la sua funzione possessiva deriva infatti da una contrazione del cosiddetto “genitivo sassone”, quindi l’unica cosa univocamente segnalata da un apostrofo è l’omissione di qualche cosa, che implichi possesso oppure no. Controllate pure. In primo luogo, l’affermazione di Fido è subito messa in dubbio da una valanga di parole comunemente apostrofate che non c’entrano nulla con il possesso (IT DOESN’T, AN’ YOU CAN’T, I WON’T, AN’ IT DON’T. IT HASN’T, IT ISN’T, IT EVEN AIN’T, AN’ IT SHOULDN’T…). In secondo luogo, Frank era troppo intrigato dalle polivalenti (per non dire malevoli) possibilità in agguato in quasi tutti gli aspetti della realtà per vincolarsi a una sola interpretazione, e neanche noi dovremmo farlo. E, per essere a tal riguardo pedanti fino all’eccesso, in realtà un apostrofo non “denota possesso”: la sua funzione possessiva deriva infatti da una contrazione del cosiddetto “genitivo sassone”, quindi l’unica cosa univocamente segnalata da un apostrofo è l’omissione di qualche cosa, che implichi possesso oppure no. Controllate pure.
L’omissione può avere però molti pregi: non erano soltanto i minimalisti a sapere che il meno può rivelarsi un più. Sapere cosa omettere è l’essenza di un montaggio di successo, e l’abilità nel montaggio è al centro dell’arte di Zappa. Il suo ben documentato (e comunque incredibilmente intenso) odio verso i pirati discografici non aveva a che fare soltanto con la proprietà della sua produzione: come lui mi disse nel lontano 1982, aveva più a che fare con il controllo estetico e con il mantenimento della qualità di quello che veniva pubblicato a suo nome. L’omissione può avere però molti pregi: non erano soltanto i minimalisti a sapere che il meno può rivelarsi un più. Sapere cosa omettere è l’essenza di un montaggio di successo, e l’abilità nel montaggio è al centro dell’arte di Zappa. Il suo ben documentato (e comunque incredibilmente intenso) odio verso i pirati discografici non aveva a che fare soltanto con la proprietà della sua produzione: come lui mi disse nel lontano 1982, aveva più a che fare con il controllo estetico e con il mantenimento della qualità di quello che veniva pubblicato a suo nome.

Allora la domanda si pone: presentando in un album come questo gli scarti di Zappa ed esponendo al pubblico le sue omissioni apostrofiche, gli stiamo rendendo un buon servizio? Se lui fosse ancora tra noi, probabilmente non ne sarebbe molto contento: il Caveau è sempre stato soltanto una risorsa dalla quale attingere la materia prima delle frittelle per il suo gregge . Ma per quelli tra noi ancora paralizzati dalla vastità sconcertante della sua produzione, l’omissione è un’opzione che siamo meno disposti ad accettare: con ancora così tante squisitezze, non riusciamo a distogliere lo sguardo - e, come per molti suoi album, l’arte di “Apostrofo (’)” può essere intravista non solo in ciò che è stato scartato ma anche in ciò che ha continuato a esistere. Ed entrambi questi elementi sono ben rappresentati nella confezione che state tenendo in mano.
Allora la domanda si pone: presentando in un album come questo gli scarti di Zappa ed esponendo al pubblico le sue omissioni apostrofiche, gli stiamo rendendo un buon servizio? Se lui fosse ancora tra noi, probabilmente non ne sarebbe molto contento: il Caveau è sempre stato soltanto una risorsa dalla quale attingere la materia prima delle frittelle per il suo gregge . Ma per quelli tra noi ancora paralizzati dalla vastità sconcertante della sua produzione, l’omissione è un’opzione che siamo meno disposti ad accettare: con ancora così tante squisitezze, non riusciamo a distogliere lo sguardo - e, come per molti suoi album, l’arte di “Apostrofo (’)” può essere intravista non solo in ciò che è stato scartato ma anche in ciò che ha continuato a esistere. Ed entrambi questi elementi sono ben rappresentati nella confezione che state tenendo in mano.
La genesi di questo disco è iniziata con una scoperta fatta durante una delle spedizioni speleologiche più proficue del Maestro del Caveau Joe Travers, durante la quale si è scoperto che Frank aveva iniziato a compilare un album “Apostrofo (’)” nel giugno del 1973 - anche se sembra che l’idea di un album con questo nome circolasse già dal 1971 - e che era molto diverso dall’album che alla fine pubblicò. Fin qui, tutto normale: fino a quando il nastro originale non veniva depositato, niente era mai scolpito nella roccia, e le cose potevano e volevano cambiare in continuazione, e così facevano. La genesi di questo disco è iniziata con una scoperta fatta durante una delle spedizioni speleologiche più proficue del Maestro del Caveau Joe Travers, durante la quale si è scoperto che Frank aveva iniziato a compilare un album “Apostrofo (’)” nel giugno del 1973 - anche se sembra che l’idea di un album con questo nome circolasse già dal 1971 - e che era molto diverso dall’album che alla fine pubblicò. Fin qui, tutto normale: fino a quando il nastro originale non veniva depositato, niente era mai scolpito nella roccia, e le cose potevano e volevano cambiare in continuazione, e così facevano.

Ma ciò che ha fatto la differenza, tra le altre cose, è stato rendersi conto che il pezzo adesso conosciuto come “Giù nella rugiada” (pubblicato la prima volta sull’album “Cuoio”) e il pezzo “Apostrofo’” che dà il titolo all’album erano in origine due parti di un unico brano dal titolo sorprendentemente semplice (per essere una composizione di Zappa) di “Frontiera di energia”, registrate separatamente nello stesso giorno del novembre del 1972 con Jack Bruce, Jim Gordon e Tony Duran. La prima parte di questo brano è diventata “Giù nella rugiada”, mentre la seconda parte, intitolata “Frontiera di energia - Ponte” (pur senza far capire verso dove portasse questo ponte) si è trasformata in “Apostrofo’”. Questi due brani sono stati messi in sequenza da Frank per compilare l’ultima parte del primo lato della bobina di lavoro dell’album, dopo “Detriti cosmici” e “Zio Remo” - il cui ultimo verso sembrerebbe avere dato il nome a “Giù nella rugiada” - anche se a quel punto la sezione “ponte” di “Frontiera di energia” era diventata “Testa pelata”. Siete già abbastanza confusi?
Ma ciò che ha fatto la differenza, tra le altre cose, è stato rendersi conto che il pezzo adesso conosciuto come “Giù nella rugiada” (pubblicato la prima volta sull’album “Cuoio”) e il pezzo “Apostrofo’” che dà il titolo all’album erano in origine due parti di un unico brano dal titolo sorprendentemente semplice (per essere una composizione di Zappa) di “Frontiera di energia”, registrate separatamente nello stesso giorno del novembre del 1972 con Jack Bruce, Jim Gordon e Tony Duran. La prima parte di questo brano è diventata “Giù nella rugiada”, mentre la seconda parte, intitolata “Frontiera di energia - Ponte” (pur senza far capire verso dove portasse questo ponte) si è trasformata in “Apostrofo’”. Questi due brani sono stati messi in sequenza da Frank per compilare l’ultima parte del primo lato della bobina di lavoro dell’album, dopo “Detriti cosmici” e “Zio Remo” - il cui ultimo verso sembrerebbe avere dato il nome a “Giù nella rugiada” - anche se a quel punto la sezione “ponte” di “Frontiera di energia” era diventata “Testa pelata”. Siete già abbastanza confusi?

Ma prima di scendere in maggiori dettagli sui piaceri a venire per le cene e per i balli , permettetemi di deviare brevemente il discorso con un altro tipo di apostrofo: Oh. Mio. Dio. (Ricordando che un “apostrofo” è anche “un riferimento a una persona immaginaria o assente”). L’impiego di un appello retorico al divino è, in questo frangente, uno spunto per ricordare a noi stessi proprio quanto fosse, e ancora è, incredibilmente valido “Apostrofo (’)” come album: maggior successo di mercato fra tutti i dischi di Frank, non solo alla fine vinse un disco d’oro, ma nel giro di 11 settimane toccò addirittura la vetta vertiginosa del nº 10 nelle classifiche dei dischi del settimanale Billboard. In quell’anno c’erano in competizione dischi come “461 Ocean Boulevard” di Eric Clapton, “Band in Fuga” di Paul McCartney e “Caribù” di Elton John. Nella settimana in cui esordì “Apostrofo (’)”, in cima al Billboard c’era “Come Eravamo” di Barbra Streisand: è stato quindi un risultato straordinario l’avere raggiunto il decimo posto con un album di materiale che oltraggiava quasi tutte le convenzioni sociali, sessuali e musicali del tempo.
Ma prima di scendere in maggiori dettagli sui piaceri a venire per le cene e per i balli , permettetemi di deviare brevemente il discorso con un altro tipo di apostrofo: Oh. Mio. Dio. (Ricordando che un “apostrofo” è anche “un riferimento a una persona immaginaria o assente”). L’impiego di un appello retorico al divino è, in questo frangente, uno spunto per ricordare a noi stessi proprio quanto fosse, e ancora è, incredibilmente valido “Apostrofo (’)” come album: maggior successo di mercato fra tutti i dischi di Frank, non solo alla fine vinse un disco d’oro, ma nel giro di 11 settimane toccò addirittura la vetta vertiginosa del nº 10 nelle classifiche dei dischi del settimanale Billboard. In quell’anno c’erano in competizione dischi come “461 Ocean Boulevard” di Eric Clapton, “Band in Fuga” di Paul McCartney e “Caribù” di Elton John. Nella settimana in cui esordì “Apostrofo (’)”, in cima al Billboard c’era “Come Eravamo” di Barbra Streisand: è stato quindi un risultato straordinario l’avere raggiunto il decimo posto con un album di materiale che oltraggiava quasi tutte le convenzioni sociali, sessuali e musicali del tempo.

Come ampiamente riportato, Frank ne fu così compiaciuto che ingaggiò una banda musicale di 50 elementi per sfilare su e giù davanti agli uffici della Warner Brothers a Burbank con dei cartelli, su uno c’era scritto “Warner Brothers, avete una GRAN BELLA squadra”, su un altro “Chiunque riesca a far arrivare un LP di Frank Zappa anche solo in fondo alla Top Ten, secondo me va forte”.
Come ampiamente riportato, Frank ne fu così compiaciuto che ingaggiò una banda musicale di 50 elementi per sfilare su e giù davanti agli uffici della Warner Brothers a Burbank con dei cartelli, su uno c’era scritto “Warner Brothers, avete una GRAN BELLA squadra”, su un altro “Chiunque riesca a far arrivare un LP di Frank Zappa anche solo in fondo alla Top Ten, secondo me va forte”.

 Parata per celebrare il successo di “Apostrophe (’)”

Ma probabilmente questo successo inedito (anche se non ripetuto, purtroppo) aveva poco a che fare con le capacità pubblicitarie della Warner Brothers: la sua inaspettata ascesa fino in cima alle classifiche può essere più ragionevolmente attribuita a un remix non autorizzato dei primi due pezzi fatto da un DJ di Pittsburgh in un “disco novità” che fece molti passaggi nelle radio di quella zona. Sempre rapido a fiutare tutte le opportunità, Frank prontamente pubblicò il proprio remix come singolo, abbinato furbamente a “Detriti cosmici” sul lato B. Ma probabilmente questo successo inedito (anche se non ripetuto, purtroppo) aveva poco a che fare con le capacità pubblicitarie della Warner Brothers: la sua inaspettata ascesa fino in cima alle classifiche può essere più ragionevolmente attribuita a un remix non autorizzato dei primi due pezzi fatto da un DJ di Pittsburgh in un “disco novità” che fece molti passaggi nelle radio di quella zona. Sempre rapido a fiutare tutte le opportunità, Frank prontamente pubblicò il proprio remix come singolo, abbinato furbamente a “Detriti cosmici” sul lato B.
La sua versione del singolo “Non mangiare la neve gialla” in realtà combina segmenti dei primi tre pezzi dell’album, sfumando in un assaggio stuzzicante dei fuochi d’artificio acustici di “Colazione con frittelle per Sant’Alfonso” - senza dubbio un tentativo furtivo di attirare maggior attenzione verso il fascino musicale del disco. In questo senso funziona come una versione compressa di quella che diventò poi nota come la “Suite della neve gialla” - una versione ampliata e arricchita dei primi quattro pezzi dell’album pubblicato, un vero punto fermo delle tournée del 1973-74 poi riproposto dalla band delle tournée del 1978-80 (una bella versione di quest’ultima si trova su “Non Potrete Più Fare Questo sul Palco, Volume 1”, con tanto di partecipazione del pubblico). Non è difficile capire perché: a parte l’ovvio motivo di essere nota al pubblico, si tratta di una superba vetrina sia per le sue capacità compositive sia per l’eccezionale talento musicale della band, e presenta alcuni dei più irriverenti e surreali testi di Zappa, tutti rigorosamente orientati a prendere allegramente in giro le idiozie delle convenzioni, delle reclame e delle religioni organizzate. Per quanto riguarda i testi, sono il vero cuore del progetto, un obiettivo che si manifesta più palesemente in “Detriti cosmici”. La sua versione del singolo “Non mangiare la neve gialla” in realtà combina segmenti dei primi tre pezzi dell’album, sfumando in un assaggio stuzzicante dei fuochi d’artificio acustici di “Colazione con frittelle per Sant’Alfonso” - senza dubbio un tentativo furtivo di attirare maggior attenzione verso il fascino musicale del disco. In questo senso funziona come una versione compressa di quella che diventò poi nota come la “Suite della neve gialla” - una versione ampliata e arricchita dei primi quattro pezzi dell’album pubblicato, un vero punto fermo delle tournée del 1973-74 poi riproposto dalla band delle tournée del 1978-80 (una bella versione di quest’ultima si trova su “Non Potrete Più Fare Questo sul Palco, Volume 1”, con tanto di partecipazione del pubblico). Non è difficile capire perché: a parte l’ovvio motivo di essere nota al pubblico, si tratta di una superba vetrina sia per le sue capacità compositive sia per l’eccezionale talento musicale della band, e presenta alcuni dei più irriverenti e surreali testi di Zappa, tutti rigorosamente orientati a prendere allegramente in giro le idiozie delle convenzioni, delle reclame e delle religioni organizzate. Per quanto riguarda i testi, sono il vero cuore del progetto, un obiettivo che si manifesta più palesemente in “Detriti cosmici”.
In questo disco abbiamo quindi un’istantanea dell’album-progetto “Apostrofo (’)” come si stava sviluppando a metà del 1973: una prima bozza del primo lato del disco, con un ordinamento e un mix molto diversi rispetto ai pezzi che alla fine sono stati inclusi nel disco una volta finito; una versione completa della “Suite della neve gialla” come si era evoluta in tournée, e che Frank stesso descrive nell’intervista di accompagnamento come “due canzoni” - anche se poi, quando l’album uscì, lui le divise in quattro pezzi; un mix scartato di “Forza eccentrifuga”; e una selezione di altri scarti e tracce di base dalle sessioni di registrazione che si erano tenute fino a quel momento e aspettavano solo che l’alchimia del mixaggio e del montaggio ne tramutasse il materiale di partenza nell’oro di “Apostrofo (’)”. In questo disco abbiamo quindi un’istantanea dell’album-progetto “Apostrofo (’)” come si stava sviluppando a metà del 1973: una prima bozza del primo lato del disco, con un ordinamento e un mix molto diversi rispetto ai pezzi che alla fine sono stati inclusi nel disco una volta finito; una versione completa della “Suite della neve gialla” come si era evoluta in tournée, e che Frank stesso descrive nell’intervista di accompagnamento come “due canzoni” - anche se poi, quando l’album uscì, lui le divise in quattro pezzi; un mix scartato di “Forza eccentrifuga”; e una selezione di altri scarti e tracce di base dalle sessioni di registrazione che si erano tenute fino a quel momento e aspettavano solo che l’alchimia del mixaggio e del montaggio ne tramutasse il materiale di partenza nell’oro di “Apostrofo (’)”.


Ma suddividendo “Apostrofo (’)”, come qualunque altro album, per capire come il tutto è collegato, si rischia di cominciare a percepirlo meno come un album e più come un assemblaggio ad hoc - molto più simile, ad esempio, a “Le Donnole Mi Hanno Lacerato la Carne” o a “L’Uomo da Utopia”. E questo è un dato di fatto che non può essere ignorato: ogni possibile continuità intuita nel posizionamento dei pezzi sembrerà d’ora in poi più concettuale che strutturale. Ma il fatto è che la maggior parte degli album è stata preparata così, nonostante il modo in cui siamo arrivati a percepirli. Jimmy Carl Black una volta mi ha detto che, fino a quando i dischi non venivano pubblicati, lui non aveva idea di quale forma avrebbero in realtà preso le musiche che infine diventarono “Lo Facciamo Solo per Soldi”, “Ruben & The Jets” e “Zio Carne”, essendo il materiale stato prodotto tutto insieme in studio. In ultima analisi, sta tutto nel montaggio: addizione per omissione. Ma suddividendo “Apostrofo (’)”, come qualunque altro album, per capire come il tutto è collegato, si rischia di cominciare a percepirlo meno come un album e più come un assemblaggio ad hoc - molto più simile, ad esempio, a “Le Donnole Mi Hanno Lacerato la Carne” o a “L’Uomo da Utopia”. E questo è un dato di fatto che non può essere ignorato: ogni possibile continuità intuita nel posizionamento dei pezzi sembrerà d’ora in poi più concettuale che strutturale. Ma il fatto è che la maggior parte degli album è stata preparata così, nonostante il modo in cui siamo arrivati a percepirli. Jimmy Carl Black una volta mi ha detto che, fino a quando i dischi non venivano pubblicati, lui non aveva idea di quale forma avrebbero in realtà preso le musiche che infine diventarono “Lo Facciamo Solo per Soldi”, “Ruben & The Jets” e “Zio Carne”, essendo il materiale stato prodotto tutto insieme in studio. In ultima analisi, sta tutto nel montaggio: addizione per omissione.

Allora, eccola qui, un’ampia scelta di versioni alternative e di tracce di base recuperate dagli scaffali dove i nastri vanno a morire , finalmente liberi di esprimere la loro scintilla di intuizione oltre il confine tra ‘a quel tempo’ e ‘successivamente’ . Ma non è finita qui. Per non farci diventare quelle ventose / quei coglioni che si sono allineati perfettamente , c’è un altro compito da svolgere - una presa di possesso. Per fare in modo che questo album non sia soltanto una sbirciatina dietro le quinte - l’ennesima emozione da poco - adesso tocca a voi. Riprendete l’album originale e ascoltatelo tutto così come è stato concepito per essere ascoltato - ma adesso con le orecchie pronte per il nocciolo del biscotto / della questione , l’essenza dell’apostrofo, e meglio sintonizzate sull’arte dell’abilità di Frank: omissione compiuta.
Allora, eccola qui, un’ampia scelta di versioni alternative e di tracce di base recuperate dagli scaffali dove i nastri vanno a morire , finalmente liberi di esprimere la loro scintilla di intuizione oltre il confine tra ‘a quel tempo’ e ‘successivamente’ . Ma non è finita qui. Per non farci diventare quelle ventose / quei coglioni che si sono allineati perfettamente , c’è un altro compito da svolgere - una presa di possesso. Per fare in modo che questo album non sia soltanto una sbirciatina dietro le quinte - l’ennesima emozione da poco - adesso tocca a voi. Riprendete l’album originale e ascoltatelo tutto così come è stato concepito per essere ascoltato - ma adesso con le orecchie pronte per il nocciolo del biscotto / della questione , l’essenza dell’apostrofo, e meglio sintonizzate sull’arte dell’abilità di Frank: omissione compiuta.

1. Detriti cosmici

1. Detriti cosmici

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[Note di Simon Prentis] Tranne sei secondi di ottoni in più nell’introduzione, la versione di “Detriti cosmici” in questo disco è essenzialmente la stessa pubblicata sull’album: stesso mix, stessi strumenti, stessa registrazione. Però, collocandola in pole position, Frank ne sottolinea l’importanza per il suo tema generale. Già da prima aveva preso di mira i ciarlatani e le baggianate pseudo-religiose della New Age, ma nel 1973 il connubio dilagante tra i guru auto-proclamati e le pop-star e altre celebrità richiedeva una seria attenzione satirica. Era una lacuna che Frank è stato felicissimo di colmare, e ha puntato dritto alla giugulare: [Note di Simon Prentis] Tranne sei secondi di ottoni in più nell’introduzione, la versione di “Detriti cosmici” in questo disco è essenzialmente la stessa pubblicata sull’album: stesso mix, stessi strumenti, stessa registrazione. Però, collocandola in pole position, Frank ne sottolinea l’importanza per il suo tema generale. Già da prima aveva preso di mira i ciarlatani e le baggianate pseudo-religiose della New Age, ma nel 1973 il connubio dilagante tra i guru auto-proclamati e le pop-star e altre celebrità richiedeva una seria attenzione satirica. Era una lacuna che Frank è stato felicissimo di colmare, e ha puntato dritto alla giugulare:

“Disse che, pagando una tariffa standard

“Disse che, pagando una tariffa standard

Quella sera stessa al Nirvonna potevo arrivare”

Quella sera stessa al Nirvonna potevo arrivare”

una frase che inchioda in pieno il grossolano affarismo di un uomo del mistero talmente ignorante in materia da non saper neanche pronunciare correttamente “Nirvana”. L’immagine di “detriti” per descrivere gli sciatti presupposti e la losca cosmologia di tali commercianti spirituali di olio di serpente è un tema in seguito rivisitato con entusiasmo nella grafica di “Taglia Unica per Tutti” ed esplorato ulteriormente nelle “Avventure di Gregorio Pecari” . una frase che inchioda in pieno il grossolano affarismo di un uomo del mistero talmente ignorante in materia da non saper neanche pronunciare correttamente “Nirvana”. L’immagine di “detriti” per descrivere gli sciatti presupposti e la losca cosmologia di tali commercianti spirituali di olio di serpente è un tema in seguito rivisitato con entusiasmo nella grafica di “Taglia Unica per Tutti” ed esplorato ulteriormente nelle “Avventure di Gregorio Pecari” .
 
L’uomo del mistero arrivò L’uomo del mistero arrivò
E disse: “Io sono di gran lunga il migliore” E disse: “Io sono di gran lunga il migliore”
Disse che, pagando una tariffa standard Disse che, pagando una tariffa standard
Quella sera stessa al Nirvonna potevo arrivare Quella sera stessa al Nirvonna potevo arrivare
 

Se ero pronto, disposto e capace
Se ero pronto, disposto e capace
Di pagargli la sua normale rimunerazione Di pagargli la sua normale rimunerazione
Avrebbe mollato tutti gli altri suoi affari urgenti Avrebbe mollato tutti gli altri suoi affari urgenti
Per dedicare a me la sua attenzione Per dedicare a me la sua attenzione
Ma io dissi: Ma io dissi:
 
“Fratello, chi vuoi coglionare con quei detriti cosmici, eh? “Fratello, chi vuoi coglionare con quei detriti cosmici, eh?
Dimmi, chi vuoi coglionare con quei detriti cosmici? Dimmi, chi vuoi coglionare con quei detriti cosmici?
Fratello, non perder tempo con me” Fratello, non perder tempo con me”
 
L’uomo del mistero si innervosì L’uomo del mistero si innervosì
E iniziò a dimenarsi E iniziò a dimenarsi
Infilò una mano nella tasca della sua vestaglia del mistero Infilò una mano nella tasca della sua vestaglia del mistero
E tirò fuori un kit per radersi E tirò fuori un kit per radersi
 
Ebbene, ci sarà un rasoio, pensai Ebbene, ci sarà un rasoio, pensai
E una bomboletta di schiuma da barba, ma lui mi ha detto E una bomboletta di schiuma da barba, ma lui mi ha detto
Proprio mentre il coperchio si apriva di scatto Proprio mentre il coperchio si apriva di scatto
Che la sua scatoletta poteva fare di tutto Che la sua scatoletta poteva fare di tutto
 
Con l’unguento di Afro Dita Con l’unguento di Afro Dita

E la polvere del Gran Wazoo
E la polvere del Gran Wazoo
Disse: “Guarirà pure la tua asma, amichetto mio, non importa cosa pensi tu!” Disse: “Guarirà pure la tua asma, amichetto mio, non importa cosa pensi tu!”
Ed io dissi: Ed io dissi:
 
“Fratello, chi vuoi coglionare con quei detriti cosmici, eh? “Fratello, chi vuoi coglionare con quei detriti cosmici, eh?
Comunque, dimmi, che razza di gurù sei tu? Comunque, dimmi, che razza di gurù sei tu?
Fratello, non perder tempo con me Fratello, non perder tempo con me
Non perder tempo…” Non perder tempo…”
 
[Strumentale] [Strumentale]
 
“Ho già i miei problemi” dissi “Ho già i miei problemi” dissi
“E tu non puoi aiutarmi in nessun caso “E tu non puoi aiutarmi in nessun caso
Quindi prendi le tue meditazioni e le tue preparazioni Quindi prendi le tue meditazioni e le tue preparazioni
E ficcatele su per il naso” E ficcatele su per il naso”
 
“ASPETTA, HO UNA SFERA DI CRISTALLO!” “ASPETTA, HO UNA SFERA DI CRISTALLO!”
Disse, e la mise sotto la luce Disse, e la mise sotto la luce
Allora io gliela strappai via Allora io gliela strappai via
E gli feci vedere come farlo in maniera efficace E gli feci vedere come farlo in maniera efficace
 
Mi arrotolai un giornale sulla testa Mi arrotolai un giornale sulla testa
In modo da sembrare ‘profondo’ In modo da sembrare ‘profondo’
Poi recitai qualche abracadabra Poi recitai qualche abracadabra
E gli dissi che si sarebbe addormentato in un secondo E gli dissi che si sarebbe addormentato in un secondo
 
Gli rubai gli anelli e l’orologio da tasca Gli rubai gli anelli e l’orologio da tasca
E tutto quello che trovai E tutto quello che trovai
Avevo ipnotizzato quel coglione Avevo ipnotizzato quel coglione
Non poteva nemmeno dire ‘bah’ Non poteva nemmeno dire ‘bah’
 
Continuai poi predicendogli il futuro Continuai poi predicendogli il futuro
Fino a quando lui avesse continuato a battere la fiacca Fino a quando lui avesse continuato a battere la fiacca
Dissi: “Il prezzo della carne è appena salito Dissi: “Il prezzo della carne è appena salito
E la tua tipa è appena scesa di boccaE la tua tipa è appena scesa di bocca
 
Fratello, chi vuoi coglionare con quei detriti cosmici, eh? Fratello, chi vuoi coglionare con quei detriti cosmici, eh?

(Dimmi, è un vero poncho o è un poncho dei grandi magazzini Sears? )
(Dimmi, è un vero poncho o è un poncho dei grandi magazzini Sears? )
Sai una cosa? Potresti fare più soldi come macellaio Sai una cosa? Potresti fare più soldi come macellaio
Quindi non perder tempo con me Quindi non perder tempo con me
Non perderlo, non perder tempo con me Non perderlo, non perder tempo con me
Om shanti, om shanti, om shanti-om Om shanti, om shanti, om shanti-om
SHANTI SHANTI

2. Zio Remo

2. Zio Remo

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[Note di Simon Prentis] La seguente è “Zio Remo”. Accostata così, il lussureggiante funk del pianoforte la pone in netto contrasto con il cinismo saccente di “Detriti cosmici”, che stronca senza se e senza ma il proprio bersaglio. La versione presentata qui è un mix alternativo dalla sessione negli studi Paramount del 24 maggio 1972 che si tenne alla fine delle registrazioni della orchestra “Gran Wazoo”. Le coriste - Tina Turner e le Ikettes, non dimentichiamolo - sono mixate più in primo piano e, aggiungendo 75 secondi rispetto al montaggio nell’album, George ha una strofa in più per esibire pathos con il suo pianoforte (molto abilmente spalleggiato dal tono meditabondo della chitarra di Frank). È interessante notare che in origine questa sessione non doveva essere pubblicata su un album di FZ. Lasciamo che sia George Duke a raccontarci la storia, da un’intervista inedita nel 1997 con Andy Hollinden (che con la presente ringrazio): [Note di Simon Prentis] La seguente è “Zio Remo”. Accostata così, il lussureggiante funk del pianoforte la pone in netto contrasto con il cinismo saccente di “Detriti cosmici”, che stronca senza se e senza ma il proprio bersaglio. La versione presentata qui è un mix alternativo dalla sessione negli studi Paramount del 24 maggio 1972 che si tenne alla fine delle registrazioni della orchestra “Gran Wazoo”. Le coriste - Tina Turner e le Ikettes, non dimentichiamolo - sono mixate più in primo piano e, aggiungendo 75 secondi rispetto al montaggio nell’album, George ha una strofa in più per esibire pathos con il suo pianoforte (molto abilmente spalleggiato dal tono meditabondo della chitarra di Frank). È interessante notare che in origine questa sessione non doveva essere pubblicata su un album di FZ. Lasciamo che sia George Duke a raccontarci la storia, da un’intervista inedita nel 1997 con Andy Hollinden (che con la presente ringrazio):

“Zio Remo” nacque mentre Frank stava producendo una demo per me… io avevo già un contratto discografico in Germania con un’etichetta chiamata MPS Records, ma la loro distribuzione qui negli Stati Uniti non era molto buona. Così lui avrebbe fatto una demo per me. Abbiamo fatto tre canzoni e “Zio Remo” era una di queste. Frank decise, dopo che le abbiamo registrate - tra parentesi, non ne ho poi fatto un contratto - ebbene, in sostanza disse: “Mi piacerebbe usare questo pezzo per il mio album e ci scriverò dei testi”. Allora ho detto: “Ehi, Frank, l’hai pagato tu. Fai pure”. Io non avrei mai scritto un testo del genere. Davvero, non l’avrei fatto, ma Frank ci ha visto dell’umorismo. Per un qualche motivo ha deciso di metterlo nel suo disco. Questa canzone piace a molti. Ero proprio contento e onorato che lui avesse anche solo preso in considerazione di fare questo perché non pensavo fosse il genere di canzone che gli interessava.

“Zio Remo” nacque mentre Frank stava producendo una demo per me… io avevo già un contratto discografico in Germania con un’etichetta chiamata MPS Records, ma la loro distribuzione qui negli Stati Uniti non era molto buona. Così lui avrebbe fatto una demo per me. Abbiamo fatto tre canzoni e “Zio Remo” era una di queste. Frank decise, dopo che le abbiamo registrate - tra parentesi, non ne ho poi fatto un contratto - ebbene, in sostanza disse: “Mi piacerebbe usare questo pezzo per il mio album e ci scriverò dei testi”. Allora ho detto: “Ehi, Frank, l’hai pagato tu. Fai pure”. Io non avrei mai scritto un testo del genere. Davvero, non l’avrei fatto, ma Frank ci ha visto dell’umorismo. Per un qualche motivo ha deciso di metterlo nel suo disco. Questa canzone piace a molti. Ero proprio contento e onorato che lui avesse anche solo preso in considerazione di fare questo perché non pensavo fosse il genere di canzone che gli interessava.

Il che serve soltanto a dimostrare che non si può mai dire: qualsiasi cosa, in qualsiasi momento, ovunque, senza alcun motivo. D’altronde non è difficile capire che cosa potrebbe avere spinto Frank: questa è una canzone ricca in egual misura di umorismo e compassione, che si interroga su quanto siano veramente progrediti i diritti civili degli afroamericani dalle sommosse di Watts (l’argomento di “Problemi ogni giorno” ), se poi tutto si riduce alla libertà di “essere proprio una bomba con questi vestiti addosso” e all’aspirazione a farsi crescere la capigliatura afro. È una domanda che ancora oggi echeggia negli Stati Uniti: visto che, quando uscite dai ranghi, rischiate di essere spruzzati con una pompa dell’acqua, lavorare sodo non vi assicurerà alcuna redenzione, se a vostro sfavore remano ricchi (bianchi) che hanno pupazzetti (negri) in giardino (strano ma vero: una volta l’ingresso dello studio di Zappa era sorvegliato proprio da un pupazzo così - con dipinta sopra un’elegante Z - il cui aspetto malconcio lasciava intuire che fosse già stato buttato giù in qualche giardino).
Il che serve soltanto a dimostrare che non si può mai dire: qualsiasi cosa, in qualsiasi momento, ovunque, senza alcun motivo. D’altronde non è difficile capire che cosa potrebbe avere spinto Frank: questa è una canzone ricca in egual misura di umorismo e compassione, che si interroga su quanto siano veramente progrediti i diritti civili degli afroamericani dalle sommosse di Watts (l’argomento di “Problemi ogni giorno” ), se poi tutto si riduce alla libertà di “essere proprio una bomba con questi vestiti addosso” e all’aspirazione a farsi crescere la capigliatura afro. È una domanda che ancora oggi echeggia negli Stati Uniti: visto che, quando uscite dai ranghi, rischiate di essere spruzzati con una pompa dell’acqua, lavorare sodo non vi assicurerà alcuna redenzione, se a vostro sfavore remano ricchi (bianchi) che hanno pupazzetti (negri) in giardino (strano ma vero: una volta l’ingresso dello studio di Zappa era sorvegliato proprio da un pupazzo così - con dipinta sopra un’elegante Z - il cui aspetto malconcio lasciava intuire che fosse già stato buttato giù in qualche giardino).
 
Oh, ce la stiamo prendendo troppo comoda? Oh, ce la stiamo prendendo troppo comoda?
Hai visto come stiamo, Zio Remo? Hai visto come stiamo, Zio Remo?
Con questi vestiti addosso siamo proprio una bomba Con questi vestiti addosso siamo proprio una bomba
(Sì, davvero) (Sì, davvero)
Sempre che non ci annaffino con una pompa Sempre che non ci annaffino con una pompa
 
Di giorno non è poi malaccio Di giorno non è poi malaccio
Se, mentre passi, ti spruzzano acqua fresca Se, mentre passi, ti spruzzano acqua fresca
Ma non d’inverno, quando diventa ghiaccio Ma non d’inverno, quando diventa ghiaccio
E fa male se ti colpisce sulla testa E fa male se ti colpisce sulla testa
Sulla testa Sulla testa
 
Continuate a lavorare (Continuate a lavorare) a testa bassa, così dicono Continuate a lavorare (Continuate a lavorare) a testa bassa, così dicono
Con questo ci riscatteremo (ci riscatteremo), Zio Remo? (Zio Remo) Con questo ci riscatteremo (ci riscatteremo), Zio Remo? (Zio Remo)
Non vedo l’ora che la mia capigliatura afro sia cresciuta del tutto Non vedo l’ora che la mia capigliatura afro sia cresciuta del tutto
Soltanto a casa, mi toglierò il cerchietto Soltanto a casa, mi toglierò il cerchietto
Che cosa? Che cosa?
Andrò a Beverly Hills, prima che albeggi Andrò a Beverly Hills, prima che albeggi
E nei giardini dei ricconi butterò giù quei pupazzetti negri E nei giardini dei ricconi butterò giù quei pupazzetti negri
E prima che si sveglino sarò sparito da quei paraggi E prima che si sveglino sarò sparito da quei paraggi
 
Continuate a lavorare a testa bassa, così dicono Continuate a lavorare a testa bassa, così dicono
Con questo ci riscatteremo, Zio Remo? Con questo ci riscatteremo, Zio Remo?
Non vedo l’ora che la mia capigliatura afro sia cresciuta del tutto Non vedo l’ora che la mia capigliatura afro sia cresciuta del tutto
Soltanto a casa, mi toglierò il cerchietto Soltanto a casa, mi toglierò il cerchietto
 
Andrò in macchina a Beverly Hills prima che albeggi Andrò in macchina a Beverly Hills prima che albeggi
E nei giardini dei ricconi butterò giù i pupazzetti negri E nei giardini dei ricconi butterò giù i pupazzetti negri
E prima che si sveglino sarò sparito da quei paraggi E prima che si sveglino sarò sparito da quei paraggi
Prima che si sveglino sarò sparito, sarò sparito Prima che si sveglino sarò sparito, sarò sparito
Prima che si sveglino avrò buttato giù nei giardini i pupazzi negri Prima che si sveglino avrò buttato giù nei giardini i pupazzi negri
Per terra, nella rugiada Per terra, nella rugiada

3. Per terra, nella rugiada

3. Per terra, nella rugiada

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[Note di Simon Prentis] Il terzo pezzo è “Giù nella rugiada” che, come già notato , sembra essere stato concepito come parte di un pezzo più ampio. Questa versione è un mix diverso e anche, essendo 20 secondi più lungo, un montaggio molto diverso dalla versione pubblicata infine su “Cuoio”. La cosa interessante è proprio quanto sia diversa dagli altri due scarti (i pezzi 8 e 9) che Joe ha trovato. [Note di Simon Prentis] Il terzo pezzo è “Giù nella rugiada” che, come già notato , sembra essere stato concepito come parte di un pezzo più ampio. Questa versione è un mix diverso e anche, essendo 20 secondi più lungo, un montaggio molto diverso dalla versione pubblicata infine su “Cuoio”. La cosa interessante è proprio quanto sia diversa dagli altri due scarti (i pezzi 8 e 9) che Joe ha trovato.
 
[Strumentale] [Strumentale]

4. Apostrofo’

4. Apostrofo’

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[Strumentale] [Strumentale]

5. La storia di “Non mangiare la neve gialla / Colazione con frittelle per Sant’Alfonso”

5. La storia di “Non mangiare la neve gialla / Colazione con frittelle per Sant’Alfonso”

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[Note di Simon Prentis] Il quinto pezzo è un breve intermezzo parlato in cui Frank tratteggia a un giornalista australiano la storia della “Suite della neve gialla”, svelando anche che cosa gli ispirò “Colazione con frittelle per Sant’Alfonso”, cioè uno spot televisivo della Imperial Margarine talmente “insopportabile” da sentirsi in dovere di immortalarlo in una canzone. È un esempio eloquente della sua propensione a piazzare, in alcune delle sue invenzioni più apparentemente assurde, materiale a caso al centro della scena: se cercate follia, non c’è niente di meglio della realtà stessa. Non è chiaro se o quale Sant’Alfonso sia o sia stato davvero il santo patrono dei pescatori di osmeri di origini portoghesi, ma il delta del fiume Columbia è molto noto come zona di pesca di osmeri (altrimenti noti come pesci-candela, hooligan, o eulachon del Pacifico. D’altronde, probabilmente, già lo sapevate). [Note di Simon Prentis] Il quinto pezzo è un breve intermezzo parlato in cui Frank tratteggia a un giornalista australiano la storia della “Suite della neve gialla”, svelando anche che cosa gli ispirò “Colazione con frittelle per Sant’Alfonso”, cioè uno spot televisivo della Imperial Margarine talmente “insopportabile” da sentirsi in dovere di immortalarlo in una canzone. È un esempio eloquente della sua propensione a piazzare, in alcune delle sue invenzioni più apparentemente assurde, materiale a caso al centro della scena: se cercate follia, non c’è niente di meglio della realtà stessa. Non è chiaro se o quale Sant’Alfonso sia o sia stato davvero il santo patrono dei pescatori di osmeri di origini portoghesi, ma il delta del fiume Columbia è molto noto come zona di pesca di osmeri (altrimenti noti come pesci-candela, hooligan, o eulachon del Pacifico. D’altronde, probabilmente, già lo sapevate).
 
[Intervistatore] È possibile che farai degli altri numeri comici come… [Intervistatore] È possibile che farai degli altri numeri comici come…
[FZ] Beh, adesso nello spettacolo abbiamo una cosa che potrebbe essere definita come numero comico. Si tratta di una nuova suite che non è stata ancora pubblicata. [FZ] Beh, adesso nello spettacolo abbiamo una cosa che potrebbe essere definita come numero comico. Si tratta di una nuova suite che non è stata ancora pubblicata.
È una combinazione di due canzoni. Una di queste si chiama “Non mangiare la neve gialla”. Parla di un eschimese, della sua foca e di un malvagio cacciatore di pellicce. E questo… E al malvagio cacciatore di pellicce ehm… succede qualcosa di terribile e quindi deve porci rimedio, e per porci rimedio si mette in cerca ehm… beh, deve arrancare attraverso la tundra in modo da arrivare alla parrocchia di Sant’Alfonso alla radice del delta del fiume Columbia. E deve cercare il rappresentante di Sant’Alfonso, il patrono dei pescatori di osmeri di origini portoghesi. È una combinazione di due canzoni. Una di queste si chiama “Non mangiare la neve gialla”. Parla di un eschimese, della sua foca e di un malvagio cacciatore di pellicce. E questo… E al malvagio cacciatore di pellicce ehm… succede qualcosa di terribile e quindi deve porci rimedio, e per porci rimedio si mette in cerca ehm… beh, deve arrancare attraverso la tundra in modo da arrivare alla parrocchia di Sant’Alfonso alla radice del delta del fiume Columbia. E deve cercare il rappresentante di Sant’Alfonso, il patrono dei pescatori di osmeri di origini portoghesi.
E… deve trovare l’unico rappresentante ufficiale in Terra di Sant’Alfonso, Padre Viviano O’Blio, uomo di clero. E… deve trovare l’unico rappresentante ufficiale in Terra di Sant’Alfonso, Padre Viviano O’Blio, uomo di clero.

DAN-DAN-DAN!
DAN-DAN-DAN!
[Intervistatore] Eh eh [Intervistatore] Eh eh
[FZ] E poi ehm… Le due canzoni sono “Non mangiare la neve gialla” e “Colazione con frittelle per Sant’Alfonso”. [FZ] E poi ehm… Le due canzoni sono “Non mangiare la neve gialla” e “Colazione con frittelle per Sant’Alfonso”.
 
[FZ] Di tanto in tanto guardo la televisione e… alcune cose che ho visto in televisione mi hanno talmente entusiasmato da scriverci delle canzoni. “Colazione con frittelle per Sant’Alfonso” ha qualche… ha origine da uno spot televisivo negli Stati Uniti. [FZ] Di tanto in tanto guardo la televisione e… alcune cose che ho visto in televisione mi hanno talmente entusiasmato da scriverci delle canzoni. “Colazione con frittelle per Sant’Alfonso” ha qualche… ha origine da uno spot televisivo negli Stati Uniti.
Te lo racconto. Te lo racconto.

C’è una margarina negli Stati Uniti, la Imperial Margarine, che ha questo spot che è talmente di cattivo gusto da farti venir voglia di morire ogni volta che passa.
C’è una margarina negli Stati Uniti, la Imperial Margarine, che ha questo spot che è talmente di cattivo gusto da farti venir voglia di morire ogni volta che passa.
C’è un giovanotto nero seduto in un letto che si è appena svegliato e tiene la coperta così. Al che la sua giovane fidanzata arriva nella stanza arrancando con un vassoio. Lei entra e lui dice: “Oh, accipicchia! Frittelle e burro!” E lei dice: “Buongiorno, Vostra Altezza! No, non è burro!” E non appena lei dice “Vostra Altezza”, sulla testa di lui appare una corona. Fa “Ding!” Così, eh eh eh! E si prende un bel po’ di quelle frittelle e inizia a spalmargliela sopra e fa: “Hmm hmm… Ha proprio un sapore migliore del burro”, capisci. Dio, è orribile! È proprio… C’è un giovanotto nero seduto in un letto che si è appena svegliato e tiene la coperta così. Al che la sua giovane fidanzata arriva nella stanza arrancando con un vassoio. Lei entra e lui dice: “Oh, accipicchia! Frittelle e burro!” E lei dice: “Buongiorno, Vostra Altezza! No, non è burro!” E non appena lei dice “Vostra Altezza”, sulla testa di lui appare una corona. Fa “Ding!” Così, eh eh eh! E si prende un bel po’ di quelle frittelle e inizia a spalmargliela sopra e fa: “Hmm hmm… Ha proprio un sapore migliore del burro”, capisci. Dio, è orribile! È proprio…
Quando guardavamo dei film di fantascienza, lo vedevamo due o tre volte a sera, e quando passava, mi rotolavo per tutto il divano, sai. Proprio insopportabile. Quando guardavamo dei film di fantascienza, lo vedevamo due o tre volte a sera, e quando passava, mi rotolavo per tutto il divano, sai. Proprio insopportabile.
Così si è trasformato in una canzone. Così si è trasformato in una canzone.

6. Non mangiare la neve gialla + Colazione con frittelle per Sant’Alfonso

6. Non mangiare la neve gialla + Colazione con frittelle per Sant’Alfonso

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[Note di Simon Prentis] La registrazione della “Suite della neve gialla”, il sesto pezzo che rappresenta il cuore del disco, è un’esecuzione del giorno precedente la registrazione pubblicata come “Neve gialla australiana” su “Momento Propizio Unico”. Quest’ultima era un montaggio della versione completa presentata qui (omette la parte vocale di Sal Marquez su “Padre O’Blio”), è però qui che FZ tira fuori per la prima volta l’idea di un trattino che sta per “qualcosa che potrebbe essere utilizzato per gratificazione erotica da una disperatissima stenografa” (una formulazione che gli piacque tanto che la ripeté il giorno successivo). [Note di Simon Prentis] La registrazione della “Suite della neve gialla”, il sesto pezzo che rappresenta il cuore del disco, è un’esecuzione del giorno precedente la registrazione pubblicata come “Neve gialla australiana” su “Momento Propizio Unico”. Quest’ultima era un montaggio della versione completa presentata qui (omette la parte vocale di Sal Marquez su “Padre O’Blio”), è però qui che FZ tira fuori per la prima volta l’idea di un trattino che sta per “qualcosa che potrebbe essere utilizzato per gratificazione erotica da una disperatissima stenografa” (una formulazione che gli piacque tanto che la ripeté il giorno successivo).

Ciò fa capire - nel caso già non l’avessimo capito - che la sua associazione di parole che compongono le lettere MAR-JUH-RENE era improvvisata al momento ogni giorno. Quelli di voi che già avevano apprezzato la sua brillante esibizione sulla “Neve australiana” (gli elementi da segnalare sono M per marsupiale, H per omuncolo e R per rebus) saranno ancora più stuzzicati da A per australopiteco (quanti neanche sanno cosa sia e tanto meno sanno pronunciarlo correttamente?) H per arrapato in America e infoiato in Australia (evidentemente, aveva fatto le sue ricerche) ed E per la “estesa, soverchiante, odiosa, onnipresente, commestibile” E all’ennesima potenza (seguita da “una N che è la N dell’ennesima potenza della E che avete appena sentito”).
Ciò fa capire - nel caso già non l’avessimo capito - che la sua associazione di parole che compongono le lettere MAR-JUH-RENE era improvvisata al momento ogni giorno. Quelli di voi che già avevano apprezzato la sua brillante esibizione sulla “Neve australiana” (gli elementi da segnalare sono M per marsupiale, H per omuncolo e R per rebus) saranno ancora più stuzzicati da A per australopiteco (quanti neanche sanno cosa sia e tanto meno sanno pronunciarlo correttamente?) H per arrapato in America e infoiato in Australia (evidentemente, aveva fatto le sue ricerche) ed E per la “estesa, soverchiante, odiosa, onnipresente, commestibile” E all’ennesima potenza (seguita da “una N che è la N dell’ennesima potenza della E che avete appena sentito”).
Da dove aveva preso queste cose? C’era qualcosa che lui non sapesse? Saltare di palo in frasca dalla paleoantropologia alla matematica pura, senza soluzione di continuità, usando un gergo semi-semiotico - il tutto su un’ortografia volutamente sbagliata di un panetto di margarina che uno sconvolto cacciatore di pellicce stava usando per guarire i propri occhi deflitti? È ‘troppo bello’, com’era solito dire il Capitano Cuore di Manzo. Da dove aveva preso queste cose? C’era qualcosa che lui non sapesse? Saltare di palo in frasca dalla paleoantropologia alla matematica pura, senza soluzione di continuità, usando un gergo semi-semiotico - il tutto su un’ortografia volutamente sbagliata di un panetto di margarina che uno sconvolto cacciatore di pellicce stava usando per guarire i propri occhi deflitti? È ‘troppo bello’, com’era solito dire il Capitano Cuore di Manzo.
E poi, il giorno successivo, dopo che un qualche idiota aveva lanciato un petardo in mezzo al pubblico (e ciò dopo l’incendio a Montreux… ci credereste?), lui senza esitazione risponde a tono con: “La ‘M’ della margarina del mistero deve stare per minchione, che è quel genere di persona che accende petardi in una sala affollata, e la A di margarina sta per acefalo, come se minchione non fosse una parola sufficiente per descrivere quel pezzo di merda e R in questo caso sta per ratto, cioè quello che costui anche è, per avere acceso dei petardi in questa sala, e c’è un trattino, signore e signori, ‘M-A-R-trattino’ il trattino dovrebbe essergli ficcato su per il culo, ‘M-A-R-trattino-J’ e J sta per carcere minorile, è lì che lo avrebbero mandato se lo avessero acciuffato a Los Angeles e U sta per Unguentine, che è un farmaco per le ustioni che potrebbe essere usato da una potenziale vittima della sua stupidità, amici…” Unguentine? Ma sì, certo: è così, ovviamente. E poi, il giorno successivo, dopo che un qualche idiota aveva lanciato un petardo in mezzo al pubblico (e ciò dopo l’incendio a Montreux… ci credereste?), lui senza esitazione risponde a tono con: “La ‘M’ della margarina del mistero deve stare per minchione, che è quel genere di persona che accende petardi in una sala affollata, e la A di margarina sta per acefalo, come se minchione non fosse una parola sufficiente per descrivere quel pezzo di merda e R in questo caso sta per ratto, cioè quello che costui anche è, per avere acceso dei petardi in questa sala, e c’è un trattino, signore e signori, ‘M-A-R-trattino’ il trattino dovrebbe essergli ficcato su per il culo, ‘M-A-R-trattino-J’ e J sta per carcere minorile, è lì che lo avrebbero mandato se lo avessero acciuffato a Los Angeles e U sta per Unguentine, che è un farmaco per le ustioni che potrebbe essere usato da una potenziale vittima della sua stupidità, amici…” Unguentine? Ma sì, certo: è così, ovviamente.
E non si tratta soltanto di mera inventiva lirica. La breve infiorettatura da parte della band all’inizio di questa versione della “Suite della neve gialla” si distingue per due interpretazioni assurdamente compresse del “gran tema di Nanook” - una melodia citata nell’opera di Zappa quasi quanto “Louie Louie”. E non si tratta soltanto di mera inventiva lirica. La breve infiorettatura da parte della band all’inizio di questa versione della “Suite della neve gialla” si distingue per due interpretazioni assurdamente compresse del “gran tema di Nanook” - una melodia citata nell’opera di Zappa quasi quanto “Louie Louie”.

Ed ecco il punto. Nonostante il suo aspetto palese di melodia che si snoda in modo improbabile su e giù lungo una peculiare scala apparentemente molto tipica di Zappa (du-DIdu-dadi-dudli-dadi-du-da, di-do-da-do-DAA-di-du), questo genuino motivetto si rivela essere nient’altro che una citazione sublimemente depravata del verso iniziale di “Sole di mezzanotte” di Lionel Hampton, un classico del jazz molto noto agli intenditori. Se non siete intenditori - come me, purtroppo, fino a poco tempo fa - vi consiglio caldamente di ascoltare l’originale. Scoprire il pedigree “di sana pianta reclamistico” di questa canzone storica è forse il più straordinario dei tanti momenti musicali sbalorditivi dell’album “Apostrofo (’)”: riuscire a contrabbandare in bella vista una versione distorta del tema classico di “Sole di mezzanotte” in una canzone che parla del Nord gelato e di sorbetti di piscio di cane è al tempo stesso un golpe contro-culturale mostruosamente intelligente e un omaggio sfacciato di altissimo livello (se mai doveste incolpare qualcuno per il suono del vibrafono, caratteristica così distintiva nella musica di Zappa, vi basta indirizzarvi verso il mitico “Hamp”).
Ed ecco il punto. Nonostante il suo aspetto palese di melodia che si snoda in modo improbabile su e giù lungo una peculiare scala apparentemente molto tipica di Zappa (du-DIdu-dadi-dudli-dadi-du-da, di-do-da-do-DAA-di-du), questo genuino motivetto si rivela essere nient’altro che una citazione sublimemente depravata del verso iniziale di “Sole di mezzanotte” di Lionel Hampton, un classico del jazz molto noto agli intenditori. Se non siete intenditori - come me, purtroppo, fino a poco tempo fa - vi consiglio caldamente di ascoltare l’originale. Scoprire il pedigree “di sana pianta reclamistico” di questa canzone storica è forse il più straordinario dei tanti momenti musicali sbalorditivi dell’album “Apostrofo (’)”: riuscire a contrabbandare in bella vista una versione distorta del tema classico di “Sole di mezzanotte” in una canzone che parla del Nord gelato e di sorbetti di piscio di cane è al tempo stesso un golpe contro-culturale mostruosamente intelligente e un omaggio sfacciato di altissimo livello (se mai doveste incolpare qualcuno per il suono del vibrafono, caratteristica così distintiva nella musica di Zappa, vi basta indirizzarvi verso il mitico “Hamp”).
E a proposito di compressione assurda, un altro passaggio degno di nota in questa versione deliziosamente modulata è la ripresa “molto, molto, molto molto veloce” di “Colazione con frittelle per Sant’Alfonso” eseguita a velocità bionica da una band che, dopo due mesi di tournée e tutta una serie di sessioni in studio, conosceva davvero a menadito questo materiale. Come sempre, i giri di bacchette di Ruth sono esemplari nella loro straordinaria precisione, però le lodi devono andare anche a Bruce Fowler e Sal Marquez per come si scagliano contro i limiti del possibile. E dopo, proprio mentre la suite si sta concludendo, quella sezione ritmica incredibilmente serrata viene spinta verso nuove vette dalla criptica istruzione di Frank “Unitevi al viaggio e nutritevi del mio coraggio!” - che innesca una vertiginosa esecuzione virtuosa in 28 secondi della composizione altrimenti senza nome che precede il segmento “Gruppo di stenografe” di “Gregorio Pecari” (al tempo ancora impiegato come introduzione a “O’Blio più lontano” - una sua prima versione può essere ascoltata su “Malattie Immaginarie”). E a proposito di compressione assurda, un altro passaggio degno di nota in questa versione deliziosamente modulata è la ripresa “molto, molto, molto molto veloce” di “Colazione con frittelle per Sant’Alfonso” eseguita a velocità bionica da una band che, dopo due mesi di tournée e tutta una serie di sessioni in studio, conosceva davvero a menadito questo materiale. Come sempre, i giri di bacchette di Ruth sono esemplari nella loro straordinaria precisione, però le lodi devono andare anche a Bruce Fowler e Sal Marquez per come si scagliano contro i limiti del possibile. E dopo, proprio mentre la suite si sta concludendo, quella sezione ritmica incredibilmente serrata viene spinta verso nuove vette dalla criptica istruzione di Frank “Unitevi al viaggio e nutritevi del mio coraggio!” - che innesca una vertiginosa esecuzione virtuosa in 28 secondi della composizione altrimenti senza nome che precede il segmento “Gruppo di stenografe” di “Gregorio Pecari” (al tempo ancora impiegato come introduzione a “O’Blio più lontano” - una sua prima versione può essere ascoltata su “Malattie Immaginarie”).
 
Uno, due, tre, quattro… Uno, due, tre, quattro…
 
No, no, non mangiarla No, no, non mangiarla
No, no, non mangiarla No, no, non mangiarla
No, no, non mangiarla No, no, non mangiarla
No, no, non mangiarla No, no, non mangiarla
 
Di essere un eschimese ho sognato Di essere un eschimese ho sognato
Aveva iniziato a soffiare un vento gelato Aveva iniziato a soffiare un vento gelato
Sotto i miei stivali e intorno al mio alluce assiderato Sotto i miei stivali e intorno al mio alluce assiderato
Il terreno sotto era morso dal gelo Il terreno sotto era morso dal gelo
E c’erano quaranta gradi sottozero E c’erano quaranta gradi sottozero
E mia madre gridò E mia madre gridò
Disse: Disse:
Nanook, no, no Nanook, no, no
Non sprecare i tuoi soldi: non andare allo show” Non sprecare i tuoi soldi: non andare allo show”
E io mi girai e dissi: E io mi girai e dissi:
“OH-OH” “OH-OH”
E l’aurora boreale balenò E l’aurora boreale balenò
E lei disse: E lei disse:
“STA’ ATTENTO A DOVE VANNO GLI HUSKY “STA’ ATTENTO A DOVE VANNO GLI HUSKY
E NON MANGIARE QUELLA NEVE GIALLA LÌ E NON MANGIARE QUELLA NEVE GIALLA LÌ
STA’ ATTENTO A DOVE VANNO GLI HUSKY STA’ ATTENTO A DOVE VANNO GLI HUSKY
E NON MANGIARE QUELLA NEVE GIALLA LÌ” E NON MANGIARE QUELLA NEVE GIALLA LÌ”
 
Ebbene, proprio in quel momento, amici Ebbene, proprio in quel momento, amici
Un cacciatore di pellicce Un cacciatore di pellicce
Sbucato di sana pianta da una reclame Sbucato di sana pianta da una reclame
Di sana pianta reclamistico Di sana pianta reclamistico
Ebbe l’imperdonabile audacia di saltar fuori da dietro il mio igloo Ebbe l’imperdonabile audacia di saltar fuori da dietro il mio igloo
Cucù Cucù
E si mise a colpire il mio cucciolo di foca prediletto E si mise a colpire il mio cucciolo di foca prediletto
Con una ciaspola riempita di piombo per di piùCon una ciaspola riempita di piombo per di più
 
Io dissi: Io dissi:
“Di piombo… “Di piombo…
Piombo… Piombo…
Con una ciaspola… Con una ciaspola…
Riempita di piombo… Riempita di piombo…
Con una ciaspola riempita di piombo per di più…” Con una ciaspola riempita di piombo per di più…”
Ciaspola Ciaspola
Lui disse “Cucù” Lui disse “Cucù”
Cucù Cucù
“Di piombo… “Di piombo…
Piombo… Piombo…
Riempita… Riempita…
Riempita di piombo… Riempita di piombo…
Con una ciaspola riempita di piombo per di più…” Con una ciaspola riempita di piombo per di più…”
Ciaspola Ciaspola
Lui disse “Cucù” Lui disse “Cucù”
Cucù Cucù
Lui disse “Cucù” Lui disse “Cucù”
Cucù Cucù
 
Sul mio cucciolo di foca prediletto Sul mio cucciolo di foca prediletto
Con una ciaspola riempita di piombo per di piùCon una ciaspola riempita di piombo per di più
E disse “Cucù” al cucciolo di foca E disse “Cucù” al cucciolo di foca
Con una ciaspola riempita di piombo per di piùCon una ciaspola riempita di piombo per di più
E lo colpì sulla testa e lo colpì sulla pinna E lo colpì sulla testa e lo colpì sulla pinna
E lo colpì sul naso e lo colpì sugli occhi con una ciaspola E lo colpì sul naso e lo colpì sugli occhi con una ciaspola
E lui disse “Cucù” E lui disse “Cucù”
 

Questo, sapete, mi incattivì quasi quanto può incattivirsi un ragazzo eschimese
Questo, sapete, mi incattivì quasi quanto può incattivirsi un ragazzo eschimese
 
Così infilai la mano con il mio speciale guanto brevettato al grasso di balena di Nanook il Nordico Così infilai la mano con il mio speciale guanto brevettato al grasso di balena di Nanook il Nordico
E infilai la mano e appallottolai una manciata abbondante di… un guanto pieno di micidiale… E infilai la mano e appallottolai una manciata abbondante di… un guanto pieno di micidiale…
Neve gialla Neve gialla
Quella micidiale neve gialla da lì, proprio dove vanno gli husky Quella micidiale neve gialla da lì, proprio dove vanno gli husky
 
Al che mi avventai Al che mi avventai
E mi avventai di nuovo E mi avventai di nuovo
E mi avventai E mi avventai
E saltai su e giù sul torace del… E saltai su e giù sul torace del…
Aggredii il cacciatore di pellicce Aggredii il cacciatore di pellicce

E presi il mio guanto pieno di micidiali fiocchi di neve gialla e iniziai a spalmargliela tutta sugli occhi porcini, con un vigoroso movimento rotatorio destinato a soppiantare lo spinarolo nella mitologia di Sydney, ehi!
E presi il mio guanto pieno di micidiali fiocchi di neve gialla e iniziai a spalmargliela tutta sugli occhi porcini, con un vigoroso movimento rotatorio destinato a soppiantare lo spinarolo nella mitologia di Sydney, ehi!
 
Fino a che quel… Fino a che quel…
Fino a che… (Oh, state calmi, signore e signori) Fino a che… (Oh, state calmi, signore e signori)
Fino a che il malvagio cacciatore di pellicce soccombette ai… micidiali cristalli gialli Fino a che il malvagio cacciatore di pellicce soccombette ai… micidiali cristalli gialli
E disse: E disse:
“Non vedo niente” “Non vedo niente”
Momentaneamente, non vedo niente Momentaneamente, non vedo niente
“Non vedo niente” “Non vedo niente”
Momentaneamente, non vedo niente Momentaneamente, non vedo niente
“Oh, povero me, che inconveniente“Oh, povero me, che inconveniente
Io… momentaneamente, non vedo niente Io… momentaneamente, non vedo niente
“E se c’è qualcosa di bello in TV?” “E se c’è qualcosa di bello in TV?”
Io… momentaneamente, non vedo niente Io… momentaneamente, non vedo niente
“E, momentaneamente, non vedo niente” “E, momentaneamente, non vedo niente”
Io… Io…
 
“Ha preso un sorbetto di piscio di cane e me l’ha ficcato nell’occhio destro “Ha preso un sorbetto di piscio di cane e me l’ha ficcato nell’occhio destro
Ha preso un sorbetto di piscio di cane e me l’ha ficcato nell’altro occhio Ha preso un sorbetto di piscio di cane e me l’ha ficcato nell’altro occhio
E la pipì di husky, cioè, la pipì di cane mi ha reso non vedente E la pipì di husky, cioè, la pipì di cane mi ha reso non vedente
Momentaneamente Momentaneamente
E, maledizione, non vedo niente” E, maledizione, non vedo niente”
 
Ebbene, il cacciatore di pellicce versava in pessime condizioni Ebbene, il cacciatore di pellicce versava in pessime condizioni
Non vedeva dove stava andando né nient’altro Non vedeva dove stava andando né nient’altro
Ma gli stava bene, per aver preso a pugni il cucciolo di foca Ma gli stava bene, per aver preso a pugni il cucciolo di foca
Però lui voleva vedere il film “La Guerra dei Mondi” Però lui voleva vedere il film “La Guerra dei Mondi”
No, no, “Il Giorno che la Terra Prese Fuoco” in TV quella sera No, no, “Il Giorno che la Terra Prese Fuoco” in TV quella sera
Non se lo sarebbe perso per niente al mondo Non se lo sarebbe perso per niente al mondo
Ma non poteva vederlo Ma non poteva vederlo
E quindi doveva fare qualcosa per rimettersi in sesto E quindi doveva fare qualcosa per rimettersi in sesto
Allora si ricordò di un’antica leggenda nordica Allora si ricordò di un’antica leggenda nordica
Voi, amici, non sapete dov’è Voi, amici, non sapete dov’è
Ma un’antica leggenda delle Terre Nordiche Ma un’antica leggenda delle Terre Nordiche
Racconta che se ti succede qualcosa di brutto agli occhi Racconta che se ti succede qualcosa di brutto agli occhi
Per colpa di un eschimese Per colpa di un eschimese
Devi arrancare attraverso la tundra Devi arrancare attraverso la tundra
Fino al Circolo Artico Fino al Circolo Artico
Al delta del fiume Columbia Al delta del fiume Columbia
E cercare E cercare
La parrocchia di Sant’Alfonso La parrocchia di Sant’Alfonso
Santo patrono dei pescatori di osmeri di origini portoghesi Santo patrono dei pescatori di osmeri di origini portoghesi
E suo unico rappresentante vivente qui in Terra, amici E suo unico rappresentante vivente qui in Terra, amici
Padre Viviano O’Blio, uomo di clero Padre Viviano O’Blio, uomo di clero

DAN-DAN-DAN!
DAN-DAN-DAN!
 
Il malvagio cacciatore di pellicce inizia quindi Il malvagio cacciatore di pellicce inizia quindi
Ad arrancare attraverso la tundra Ad arrancare attraverso la tundra
E arranca attraverso la tundra E arranca attraverso la tundra
Chilometro dopo chilometro Chilometro dopo chilometro
Serpeggiando e sibilando e strisciando lungo il suo cammino Serpeggiando e sibilando e strisciando lungo il suo cammino
Lento ma determinato, sì, sì, amici Lento ma determinato, sì, sì, amici
Fino alla parrocchia di Sant’Alfonso, ed ecco cos’è successo… Fino alla parrocchia di Sant’Alfonso, ed ecco cos’è successo…
 
Sì, eccoci qua! Sì, eccoci qua!
 
Alla colazione con frittelle per Sant’Alfonso Alla colazione con frittelle per Sant’Alfonso
Dove ho rubato la marijuana / margarina Dove ho rubato la marijuana / margarina
E ho pisciato sulle cartelle della tombola invece che nella latrina E ho pisciato sulle cartelle della tombola invece che nella latrina
 
Ho visto una parrocchiana carina Ho visto una parrocchiana carina
Entrare in scena come una regina Entrare in scena come una regina
Caspita, era tutta in ciniglia e il suo uomo era in Marina Caspita, era tutta in ciniglia e il suo uomo era in Marina
 
Abusando di un hamburger di salsiccia Abusando di un hamburger di salsiccia
Lei ha detto: “Perché non mi maltratti?” Lei ha detto: “Perché non mi maltratti?”
(Fammi male) Fammi male (Fammi male) Fammi male (Fammi male, uh!) (Fammi male) Fammi male (Fammi male) Fammi male (Fammi male, uh!)
 
Alla colazione con frittelle per Sant’Alfonso Alla colazione con frittelle per Sant’Alfonso
Santo cielo! Che dici? Santo cielo! Che dici?
Dove ho rubato la marijuana / margarina Dove ho rubato la marijuana / margarina
 
[Strumentale] [Strumentale]
 
Sant’Alfonso Sant’Alfonso
Sant’Alfonso Sant’Alfonso
Sant’Alfonso Sant’Alfonso
Sant’Alfonso Sant’Alfonso
Ooo-ooo-WAH Ooo-ooo-WAH
 
Ah, Padre Viviano O’Blio Ah, Padre Viviano O’Blio
Smagliante nel suo abito talare Smagliante nel suo abito talare
Stava sbattendo la pastella delle frittelle Stava sbattendo la pastella delle frittelle
Che al suo gregge avrebbe fatto mangiare Che al suo gregge avrebbe fatto mangiare
Sembrava piuttosto imbambolato Sembrava piuttosto imbambolato
(L’orologio si dimenticò di guardare) (L’orologio si dimenticò di guardare)
 
La sera prima La sera prima
Dietro la porticina Dietro la porticina
Un folletto gli aveva accarezzato il camice / pistolino Un folletto gli aveva accarezzato il camice / pistolino
 
Scatenandogli una tale frenesia Scatenandogli una tale frenesia

Che si mise a cantare Serratura intorno al pentolino
Che si mise a cantare Serratura intorno al pentolino
E culminò con un… E culminò con un…
E culminò con un… E culminò con un…
E culminò con un… E culminò con un…
WOO WOO WOO WOO WOO WOO
WOO WOO WOO WOO WOO WOO
WOO WOO WOO WOO WOO WOO
 
Inciampando nel suo pisellino Inciampando nel suo pisellino
Si compiacque quando si irrigidì Si compiacque quando si irrigidì
Sì, proruppe dal suo calzino Sì, proruppe dal suo calzino
“Oh, Sant’Alfonso sarebbe fiero di me “Oh, Sant’Alfonso sarebbe fiero di me
Fiero di me” Fiero di me”
 
Gridò per strada lì vicino Gridò per strada lì vicino
 
Il Signore sia con voi Il Signore sia con voi
E con il tuo spirito E con il tuo spirito
Volete mangiare le mie turpi frittelle Volete mangiare le mie turpi frittelle
In onore di Sant’Alfonso? In onore di Sant’Alfonso?
Sono soffici, bianche e delicate Sono soffici, bianche e delicate
Entro stasera raccoglieremo soldi a palate Entro stasera raccoglieremo soldi a palate
Sono soffici, bianche e delicate Sono soffici, bianche e delicate
Entro stasera raccoglieremo soldi a palate Entro stasera raccoglieremo soldi a palate
Sono soffici, delicate e marrone Sono soffici, delicate e marrone
Sono le migliori del rione Sono le migliori del rione
Sono soffici, delicate e marrone Sono soffici, delicate e marrone
Sono le migliori del rione Sono le migliori del rione
 

Buongiorno, Vostra Altezza
Buongiorno, Vostra Altezza
Ooo-ooo-ooo Ooo-ooo-ooo

Vi ho portato le vostre ciaspole
Vi ho portato le vostre ciaspole
Ooo-ooo-ooo Ooo-ooo-ooo
Buongiorno, Vostra Altezza Buongiorno, Vostra Altezza
Ooo-ooo-ooo Ooo-ooo-ooo
Vi ho portato le vostre ciaspole Vi ho portato le vostre ciaspole
 
Molto, molto, molto molto veloce Molto, molto, molto molto veloce
 
Alla colazione con frittelle per Sant’Alfonso Alla colazione con frittelle per Sant’Alfonso
Dove ho rubato la marijuana / margarina Dove ho rubato la marijuana / margarina
E ho pisciato sulle cartelle della tombola invece che nella latrina E ho pisciato sulle cartelle della tombola invece che nella latrina
 
Ho visto una parrocchiana carina Ho visto una parrocchiana carina
Entrare in scena come una regina Entrare in scena come una regina
Caspita, era tutta in ciniglia e il suo uomo era in Marina Caspita, era tutta in ciniglia e il suo uomo era in Marina
 
Abusando di un hamburger di salsiccia Abusando di un hamburger di salsiccia
Lei ha detto: “Perché non mi maltratti?” Lei ha detto: “Perché non mi maltratti?”
Fammi male, fammi male, fammi male, oh! Fammi male, fammi male, fammi male, oh!
 
Alla colazione con frittelle per Sant’Alfonso Alla colazione con frittelle per Sant’Alfonso
Ha! Ha!
Santo cielo! Carboni ardenti! Santo cielo! Carboni ardenti!
 
Dove ho rubato… Dove ho rubato…
Oddio, dove ho rubato… Oddio, dove ho rubato…
Dove, dove, dove… Dove, dove, dove…
Dove ho rubato la marijuana / margarina Dove ho rubato la marijuana / margarina
Ecco cos’ho fatto Ecco cos’ho fatto
Mi sono diretto alla dispensa dove tengono le cose Mi sono diretto alla dispensa dove tengono le cose
(Dovete immaginarvi che io sia il cacciatore di pellicce, capite, ragazzi e ragazze) (Dovete immaginarvi che io sia il cacciatore di pellicce, capite, ragazzi e ragazze)
E sono entrato lì e ho trovato la confezione di margarina E sono entrato lì e ho trovato la confezione di margarina
Cercandola tentoni Cercandola tentoni
E l’ho riconosciuta perché c’era scritto ‘Imperial’ sulla confezione E l’ho riconosciuta perché c’era scritto ‘Imperial’ sulla confezione
Voi non la conoscete ma… Voi non la conoscete ma…
Lettere in rilievo e confezione di alluminio Lettere in rilievo e confezione di alluminio
E ho tastato la piccola corona sul pacchetto E ho tastato la piccola corona sul pacchetto
E mi sono detto: “Deve essere questa” e ho allungato la mano e… E mi sono detto: “Deve essere questa” e ho allungato la mano e…
Ne ho preso un… preso un tocco Ne ho preso un… preso un tocco
Me lo sono spalmato un po’ sul mio occhio destro Me lo sono spalmato un po’ sul mio occhio destro
E mi sono detto, hmm… “M”… E mi sono detto, hmm… “M”…
“M” sta per il mistero e la maestosità della margarina “M” sta per il mistero e la maestosità della margarina
E “A” sta per australopiteco E “A” sta per australopiteco
Che un tempo potrebbe aver vissuto da queste parti Che un tempo potrebbe aver vissuto da queste parti
Ed “R”… Ed “R”…
“R” sta per ratti, che sono gli esseri viventi a New York “R” sta per ratti, che sono gli esseri viventi a New York
E poi c’è un trattino E poi c’è un trattino
Che è qualcosa che potrebbe essere utilizzato per gratificazione erotica Che è qualcosa che potrebbe essere utilizzato per gratificazione erotica
Da una disperatissima stenografa Da una disperatissima stenografa
E poi c’è una “J” E poi c’è una “J”
Oddio, oddio, c’è una “J” Oddio, oddio, c’è una “J”
C’è “M-A-R”, un trattino, e una “J” C’è “M-A-R”, un trattino, e una “J”
E quella “J” sta per giubilo E quella “J” sta per giubilo
Juba juba juba Juba juba juba
Perché ogni giorno ne abbiamo bisogno un po’ Perché ogni giorno ne abbiamo bisogno un po’
“M-A-R-trattino-J” una “U” “M-A-R-trattino-J” una “U”
E ovviamente, quella “U” sta sempre per voi E ovviamente, quella “U” sta sempre per voi
Tutti quanti voi del pubblico Tutti quanti voi del pubblico
Perché, se voi non foste qui Perché, se voi non foste qui
Questo luogo sarebbe disabitato, che inizia anch’esso per “U” Questo luogo sarebbe disabitato, che inizia anch’esso per “U”
E poi abbiamo una “H” E poi abbiamo una “H”
“M-A-R-trattino-J-U-H” “M-A-R-trattino-J-U-H”
“H” sta per arrapato in America, infoiato in Australia “H” sta per arrapato in America, infoiato in Australia
E poi un altro trattino E poi un altro trattino
Questo secondo trattino potrebbe essere utilizzato… Questo secondo trattino potrebbe essere utilizzato…
Per che cosa potrebbe essere utilizzato il secondo trattino? Per che cosa potrebbe essere utilizzato il secondo trattino?
Lisa saprebbe cosa farci con il secondo trattino Lisa saprebbe cosa farci con il secondo trattino
Eh eh Eh eh
Prenderebbe il secondo trattino con un paio di pinzette Prenderebbe il secondo trattino con un paio di pinzette
E somministrerebbe agopuntura a qualche organo vitale E somministrerebbe agopuntura a qualche organo vitale
E dopo un po’ l’agopuntura si ingrosserebbe lì in basso E dopo un po’ l’agopuntura si ingrosserebbe lì in basso
Ma non ancora Ma non ancora
E poi dopo il secondo trattino c’è un’altra “R” E poi dopo il secondo trattino c’è un’altra “R”
C’è una “R” che sta per… C’è una “R” che sta per…
Raymond! Raymond!
Raymond? Sì, sta per Raymond Raymond? Sì, sta per Raymond
Buon compleanno, Raymond Buon compleanno, Raymond
Raymond stasera ha vinto il nostro premio della lotteria Raymond stasera ha vinto il nostro premio della lotteria
Ha vinto un fazzoletto Ha vinto un fazzoletto
E poi c’è una “E” E poi c’è una “E”
C’è una grossa, gigantesca, lunga, estesa, soverchiante C’è una grossa, gigantesca, lunga, estesa, soverchiante
Odiosa, onnipresente, commestibile “E” Odiosa, onnipresente, commestibile “E”
È una “E” all’ennesima potenza È una “E” all’ennesima potenza
E poi c’è una “N” che è la “N” dell’ennesima potenza della “E” che avete appena sentito E poi c’è una “N” che è la “N” dell’ennesima potenza della “E” che avete appena sentito
E poi alla fine di ‘margarina’ E poi alla fine di ‘margarina’
C’è una piccolissima, calante C’è una piccolissima, calante
Superficiale, flemmatica ehm… Superficiale, flemmatica ehm…
È… (Volete sentire ‘cosmica’) È… (Volete sentire ‘cosmica’)
È una “E” cosmica È una “E” cosmica
C’è una piccolissima “E” alla fine di ‘margarina’ C’è una piccolissima “E” alla fine di ‘margarina’
E, accidenti, non appena finii di compitare ‘mar-ga-rina’ E, accidenti, non appena finii di compitare ‘mar-ga-rina’
Presi quella cosa e me la spalmai sull’altro occhio Presi quella cosa e me la spalmai sull’altro occhio
Mi sentii subito meglio Mi sentii subito meglio
Ero guarito Ero guarito
La miracolosa guarigione grazie alla margarina La miracolosa guarigione grazie alla margarina
 
[Strumentale] [Strumentale]
 
Io, io ho rubato la margarina Io, io ho rubato la margarina
Beh, lo confesso, l’ho fatto Beh, lo confesso, l’ho fatto
Io, io ho rubato la margarina Io, io ho rubato la margarina
Lo confesso, l’ho fatto Lo confesso, l’ho fatto
Non appena la mia vista si fu ristabilita, e infatti riuscii a vedere quel grande, forte, cosmico, film mozzafiato “Il Giorno che la Terra Prese Fuoco” in TV l’altra sera Non appena la mia vista si fu ristabilita, e infatti riuscii a vedere quel grande, forte, cosmico, film mozzafiato “Il Giorno che la Terra Prese Fuoco” in TV l’altra sera
Iniziai subito Iniziai subito
A ringraziare colui che aveva reso possibile tutto questo, nientedimeno che Padre Viviano O’Blio, lo cercai nella parrocchia e lo trovai, stava in disparte, ed ecco cosa stava facendo: A ringraziare colui che aveva reso possibile tutto questo, nientedimeno che Padre Viviano O’Blio, lo cercai nella parrocchia e lo trovai, stava in disparte, ed ecco cosa stava facendo:
 
Padre Viviano O’Blio Padre Viviano O’Blio
Era smagliante nel suo abito talare Era smagliante nel suo abito talare
Stava sbattendo la pastella delle frittelle Stava sbattendo la pastella delle frittelle
Che al suo gregge avrebbe fatto mangiare Che al suo gregge avrebbe fatto mangiare
Sembrava piuttosto imbambolato Sembrava piuttosto imbambolato
(L’orologio si dimenticò di guardare) (L’orologio si dimenticò di guardare)
 
Perché la sera prima Perché la sera prima
Dietro la porticina Dietro la porticina
Un folletto gli aveva accarezzato il camice / pistolino Un folletto gli aveva accarezzato il camice / pistolino
 
E questo gli scatenò una tale frenesia E questo gli scatenò una tale frenesia

Che si mise a cantare Serratura intorno al pentolino
Che si mise a cantare Serratura intorno al pentolino
E culminò con un oh-oh-oh E culminò con un oh-oh-oh
E culminò con un oh-oh E culminò con un oh-oh
E culminò con un oh-oh E culminò con un oh-oh
 
Inciampando nel suo pisellino Inciampando nel suo pisellino
Si compiacque quando si irrigidì Si compiacque quando si irrigidì
E proruppe dal suo calzino E proruppe dal suo calzino
“Oh, Sant’Alfonso sarebbe fiero di me” “Oh, Sant’Alfonso sarebbe fiero di me”
Gridò per strada lì vicino Gridò per strada lì vicino
 
Ebbene, non appena lo gridò, un bel po’ di persone accorsero e iniziarono a guardare quella cosa rosa che spuntava dal fondo del suo discreto calzino nero Ebbene, non appena lo gridò, un bel po’ di persone accorsero e iniziarono a guardare quella cosa rosa che spuntava dal fondo del suo discreto calzino nero
E tutti si raccolsero intorno a lui e iniziarono a osservarlo E tutti si raccolsero intorno a lui e iniziarono a osservarlo
Lui tirò un po’ su la gamba del pantalone, così, stava… ehi, ragazzi e ragazze Lui tirò un po’ su la gamba del pantalone, così, stava… ehi, ragazzi e ragazze
E dopo, per tranquillizzarli, avendo ciò… ciò scatenato in loro una frenesia, per tranquillizzarli gli fece un gesto segreto ad hoc che aveva imparato in un corso di specializzazione alla Scuola di Teologia E dopo, per tranquillizzarli, avendo ciò… ciò scatenato in loro una frenesia, per tranquillizzarli gli fece un gesto segreto ad hoc che aveva imparato in un corso di specializzazione alla Scuola di Teologia
Gli fece uno di questi Gli fece uno di questi
Un paio di quelli Un paio di quelli
Una mezza dozzina di Padre Nostro Una mezza dozzina di Padre Nostro
Ecco come andò Ecco come andò
Loro si tranquillizzarono Loro si tranquillizzarono
Al che lui si rivolse a loro con un… accento pseudo-biblico, dicendo: Al che lui si rivolse a loro con un… accento pseudo-biblico, dicendo:
(Suonate più piano dietro di me, ragazzi) (Suonate più piano dietro di me, ragazzi)
Unitevi al viaggio e nutritevi del mio coraggio!Unitevi al viaggio e nutritevi del mio coraggio!
 
[Strumentale] [Strumentale]

7. Forza eccentrifuga

7. Forza eccentrifuga

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[Note di Simon Prentis] Dopo la stroncatura degli imbrogli religiosi e pseudo-religiosi in “Detriti cosmici” e dopo la “Suite della neve gialla”, “Forza eccentrifuga” arriva quasi come per alleviare la tensione, benché possa anche essere letta come una vignetta autobiografica che traccia elementi della cosmologia personale di Frank. Questa versione è un montaggio scartato appena un pelo prima del montaggio finale; vale, comunque, il biglietto d’ingresso. Il titolo sembra un cozzo tra “forza centrifuga” ed “eccentrica”, è però un’espressione adatta: “eccentrico”, oltre a denotare qualcuno di strano o inusuale, letteralmente significa anche “fuori centro”; e una definizione standard della forza centrifuga è: “Una forza che spinge un oggetto in movimento in un percorso circolare a muoversi verso l’esterno, lontano dal centro del suo percorso”. Ammesso che sia appropriato concepire il percorso di Frank come circolare (vista la sua convinzione che il tempo fosse una costante sferica), la sua traiettoria l’ha però di sicuro portato lontano dal centro, e per fortuna: [Note di Simon Prentis] Dopo la stroncatura degli imbrogli religiosi e pseudo-religiosi in “Detriti cosmici” e dopo la “Suite della neve gialla”, “Forza eccentrifuga” arriva quasi come per alleviare la tensione, benché possa anche essere letta come una vignetta autobiografica che traccia elementi della cosmologia personale di Frank. Questa versione è un montaggio scartato appena un pelo prima del montaggio finale; vale, comunque, il biglietto d’ingresso. Il titolo sembra un cozzo tra “forza centrifuga” ed “eccentrica”, è però un’espressione adatta: “eccentrico”, oltre a denotare qualcuno di strano o inusuale, letteralmente significa anche “fuori centro”; e una definizione standard della forza centrifuga è: “Una forza che spinge un oggetto in movimento in un percorso circolare a muoversi verso l’esterno, lontano dal centro del suo percorso”. Ammesso che sia appropriato concepire il percorso di Frank come circolare (vista la sua convinzione che il tempo fosse una costante sferica), la sua traiettoria l’ha però di sicuro portato lontano dal centro, e per fortuna:

“Nella mia forza eccentrifuga non mi sento mai completamente isolato”.

“Nella mia forza eccentrifuga non mi sento mai completamente isolato”.

I testi continuano nella vena onirica della sequenza della “Suite della neve gialla”, con tutte le loro illogicità apparenti e i loro cambiamenti bruschi, ma il vortice di immagini approfondisce ulteriormente temi classici di Zappa: il parallelo tra la masturbazione e le frittelle di “Padre O’Blio” potrà anche essere scontato, ma dagli oblò della sua capsula (reminiscenza dell’astronave nello Studio Z e della “Luce blu”? ) vede soltanto dozzinalità, mentre butta uno sguardo gelido sullo sport e valuta le implicazioni microbiologiche del suonare con Korla Plancton e il suo turbante ingioiellato (un riferimento all’autenticamente falso Korla Pandit, un caposaldo dell’esotismo dozzinale della televisione monoculturale degli anni ’50). E se ci lasciamo davvero andare alle speculazioni, forse possiamo finanche capire che Tentacolo Cucciolo e la domanda sul suo mento riecheggiano sia nel mostro in “Dozzinalità” sia nel dilemma adolescenziale in “Tentando di farsi crescere il mento / pizzetto. I testi continuano nella vena onirica della sequenza della “Suite della neve gialla”, con tutte le loro illogicità apparenti e i loro cambiamenti bruschi, ma il vortice di immagini approfondisce ulteriormente temi classici di Zappa: il parallelo tra la masturbazione e le frittelle di “Padre O’Blio” potrà anche essere scontato, ma dagli oblò della sua capsula (reminiscenza dell’astronave nello Studio Z e della “Luce blu”? ) vede soltanto dozzinalità, mentre butta uno sguardo gelido sullo sport e valuta le implicazioni microbiologiche del suonare con Korla Plancton e il suo turbante ingioiellato (un riferimento all’autenticamente falso Korla Pandit, un caposaldo dell’esotismo dozzinale della televisione monoculturale degli anni ’50). E se ci lasciamo davvero andare alle speculazioni, forse possiamo finanche capire che Tentacolo Cucciolo e la domanda sul suo mento riecheggiano sia nel mostro in “Dozzinalità” sia nel dilemma adolescenziale in “Tentando di farsi crescere il mento / pizzetto.
La presenza di John Guerin alla batteria ha indotto qualcuno a concludere che le tracce di base fossero state registrate durante le sessioni di “Tope Calde” nel 1969; il Maestro del Caveau Joe Travers ha invece potuto confermare che anche questo pezzo è stato registrato negli studi Paramount nel luglio del 1972, durante una rara rimpatriata di Guerin per una jam session. Nella versione finale sopravvive soltanto la sua traccia di batteria; il basso principale è stato sovra-inciso da Frank e le fantasmagoriche evocazioni di Korla Pandit da parte di George Duke sono state aggiunte in seguito. La presenza di John Guerin alla batteria ha indotto qualcuno a concludere che le tracce di base fossero state registrate durante le sessioni di “Tope Calde” nel 1969; il Maestro del Caveau Joe Travers ha invece potuto confermare che anche questo pezzo è stato registrato negli studi Paramount nel luglio del 1972, durante una rara rimpatriata di Guerin per una jam session. Nella versione finale sopravvive soltanto la sua traccia di batteria; il basso principale è stato sovra-inciso da Frank e le fantasmagoriche evocazioni di Korla Pandit da parte di George Duke sono state aggiunte in seguito.
 
Le nuvole sono veramente scarse Le nuvole sono veramente scarse
Per come le vedo dagli oblò Per come le vedo dagli oblò
Alla base delle mie risorse Alla base delle mie risorse
Una mezza dozzina ne ho Una mezza dozzina ne ho
 
Che io ne abbia molte, qualcuno lo nega Che io ne abbia molte, qualcuno lo nega
Visto che di sport non mi sono mai interessato Visto che di sport non mi sono mai interessato
Però nella mia forza eccentrifuga Però nella mia forza eccentrifuga
Non mi sento mai completamente isolato Non mi sento mai completamente isolato
 
C’è sempre Korla Plancton C’è sempre Korla Plancton
Lui ed io possiamo suonare il blues Lui ed io possiamo suonare il blues
E dopo lo guarderò lucidare E dopo lo guarderò lucidare
Quel piccolo rubino che lui usa Quel piccolo rubino che lui usa
 
Si raddrizzerà il turbante Si raddrizzerà il turbante
E soffierà un po’ di moccio sopra E soffierà un po’ di moccio sopra
A un organismo / organo unicellulare Hammond A un organismo / organo unicellulare Hammond
Sotto la mia scarpa Sotto la mia scarpa
 
Poi chiamerò Tentacolo Cucciolo / Tenducolo Rotondo Poi chiamerò Tentacolo Cucciolo / Tenducolo Rotondo
Gli chiederò se il suo mento è guarito Gli chiederò se il suo mento è guarito
Scoprirò com’è il futuro Scoprirò com’è il futuro
Perché è lì che lui è stato Perché è lì che lui è stato
 
Le sue zampine sono diventate lunghe e flessibili Le sue zampine sono diventate lunghe e flessibili
E le sue ventose si sono allineate perfettamente E le sue ventose si sono allineate perfettamente
Quella volta che ha passato il confine Quella volta che ha passato il confine
Tra “a quel tempo” e “successivamente” Tra “a quel tempo” e “successivamente”

8. Frontiera di energia

8. Frontiera di energia

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[Note di Simon Prentis] I pezzi rimanenti sono scarti e sfridi dalle sessioni originali di registrazione allo studio Bolic Sound di Ike Turner, alla fine del maggio 1973: brevi estratti stuzzicanti delle tracce di base usate per realizzare “Detriti cosmici”, “Non mangiare la neve gialla” e “Nanook la spalma”. È affascinante vedere il processo di montaggio, proprio come se si svolgesse davanti alle vostre orecchie, con la voce stanca di Frank alla fine dell’estratto di “Non mangiare la neve gialla” che lascia intuire tutto il lavoro dietro le quinte e l’umanissima fatica confluita nella produzione di queste favolose registrazioni. (Nota per lo Zappa Family Trust: molto di più di questo materiale, per favore - è la cosa che ci eccita di più…) [Note di Simon Prentis] I pezzi rimanenti sono scarti e sfridi dalle sessioni originali di registrazione allo studio Bolic Sound di Ike Turner, alla fine del maggio 1973: brevi estratti stuzzicanti delle tracce di base usate per realizzare “Detriti cosmici”, “Non mangiare la neve gialla” e “Nanook la spalma”. È affascinante vedere il processo di montaggio, proprio come se si svolgesse davanti alle vostre orecchie, con la voce stanca di Frank alla fine dell’estratto di “Non mangiare la neve gialla” che lascia intuire tutto il lavoro dietro le quinte e l’umanissima fatica confluita nella produzione di queste favolose registrazioni. (Nota per lo Zappa Family Trust: molto di più di questo materiale, per favore - è la cosa che ci eccita di più…)
Sono essenzialmente registrazioni originali in studio (anche se il nono pezzo ha delle sovra-incisioni) e, oltre a dimostrare che la struttura di base del pezzo era già abbastanza definita, la scoperta degna di nota non è tanto che Jack Bruce facesse parte della sessione ma quanto accuratamente sia stato cancellato il suo contributo: “Giù nella rugiada”, come pubblicato, presenta Frank da solo alle chitarre e al basso, e Jim Gordon alla batteria. Sono essenzialmente registrazioni originali in studio (anche se il nono pezzo ha delle sovra-incisioni) e, oltre a dimostrare che la struttura di base del pezzo era già abbastanza definita, la scoperta degna di nota non è tanto che Jack Bruce facesse parte della sessione ma quanto accuratamente sia stato cancellato il suo contributo: “Giù nella rugiada”, come pubblicato, presenta Frank da solo alle chitarre e al basso, e Jim Gordon alla batteria.
 
Iniziamo dal quattro Iniziamo dal quattro
 
[Strumentale] [Strumentale]

9. Frontiera di energia

9. Frontiera di energia

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Sei Sei
 
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10. Frontiera di energia (Ponte)

10. Frontiera di energia (Ponte)

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[Note di Simon Prentis] Parliamo adesso del “ponte”, che ha di nuovo una chiara struttura di fondo nonostante sia finito sul secondo lato del disco come un ponte verso il nulla. Per dirla tutta, a questo punto: devo confessare che fin dall’inizio questo pezzo non mi è piaciuto. Frank stesso si era lamentato che Bruce fosse troppo “occupato”, e al mio orecchio il problema è proprio questo - Frank aveva bisogno di spazio per svolazzare e scendere in picchiata, mentre Bruce suona senza estendere quello spazio che prima, in quell’anno, Alex Dmochowski aveva offerto a Frank su “Gran Lesto”, per esempio. Che fosse o non fosse perché ignorasse le funzioni di base del basso - come Frank sostenne in seguito - sembra proprio che avesse altre cose per la testa. [Note di Simon Prentis] Parliamo adesso del “ponte”, che ha di nuovo una chiara struttura di fondo nonostante sia finito sul secondo lato del disco come un ponte verso il nulla. Per dirla tutta, a questo punto: devo confessare che fin dall’inizio questo pezzo non mi è piaciuto. Frank stesso si era lamentato che Bruce fosse troppo “occupato”, e al mio orecchio il problema è proprio questo - Frank aveva bisogno di spazio per svolazzare e scendere in picchiata, mentre Bruce suona senza estendere quello spazio che prima, in quell’anno, Alex Dmochowski aveva offerto a Frank su “Gran Lesto”, per esempio. Che fosse o non fosse perché ignorasse le funzioni di base del basso - come Frank sostenne in seguito - sembra proprio che avesse altre cose per la testa.
In questo senso è interessante ascoltare questo pezzo paragonandolo all’altro scarto (il decimo pezzo), nel quale Frank procede con cautela non riuscendo a decollare in mezzo a una tempesta ripetitiva di pompose note di basso. È anche istruttivo confrontare questo pezzo con “L’oceano è la soluzione definitiva”, dove la base di basso di Patrick O’Hearn, altrettanto densamente tessuta, permette a Frank di volare senza sforzo fino ai confini dell’universo. Ma Frank, in quanto fan dei Cream, forse pensava che questa sessione fosse ancora abbastanza interessante da essere all’altezza, anche se ridotta da otto a cinque minuti. Può anche avere strizzato l’occhio agli altri fan dei Cream. Secondo me, comunque, non funziona. In questo senso è interessante ascoltare questo pezzo paragonandolo all’altro scarto (il decimo pezzo), nel quale Frank procede con cautela non riuscendo a decollare in mezzo a una tempesta ripetitiva di pompose note di basso. È anche istruttivo confrontare questo pezzo con “L’oceano è la soluzione definitiva”, dove la base di basso di Patrick O’Hearn, altrettanto densamente tessuta, permette a Frank di volare senza sforzo fino ai confini dell’universo. Ma Frank, in quanto fan dei Cream, forse pensava che questa sessione fosse ancora abbastanza interessante da essere all’altezza, anche se ridotta da otto a cinque minuti. Può anche avere strizzato l’occhio agli altri fan dei Cream. Secondo me, comunque, non funziona.
 
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11. Detriti cosmici

11. Detriti cosmici

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Iniziamo Iniziamo
 
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12. Non mangiare la neve gialla

12. Non mangiare la neve gialla

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Di essere un eschimese ho sognato Di essere un eschimese ho sognato
Aveva iniziato a soffiare un vento gelato Aveva iniziato a soffiare un vento gelato
Sotto i miei stivali e intorno al mio alluce assiderato Sotto i miei stivali e intorno al mio alluce assiderato
Il terreno sotto era morso dal gelo Il terreno sotto era morso dal gelo
C’erano quaranta gradi sottozero C’erano quaranta gradi sottozero
E mia madre gridò: E mia madre gridò:
Nanook, no, no” Nanook, no, no”
E mia madre gridò: E mia madre gridò:
Nanook, no, no Nanook, no, no
Non sprecare i tuoi soldi: non andare allo show” Non sprecare i tuoi soldi: non andare allo show”
Beh, io mi girai e dissi: Beh, io mi girai e dissi:
“OH-OH” “OH-OH”
Beh, io mi girai e dissi: Beh, io mi girai e dissi:
“OH-OH” “OH-OH”
E l’aurora boreale balenò E l’aurora boreale balenò
E mia madre mi guardò E mia madre mi guardò
E disse: E disse:
“STA’ ATTENTO A DOVE VANNO GLI HUSKY “STA’ ATTENTO A DOVE VANNO GLI HUSKY
E NON MANGIARE QUELLA…” E NON MANGIARE QUELLA…”
 
Bene. Energia sul secondo insieme di quelle note veloci. Bene. Energia sul secondo insieme di quelle note veloci.

13. Nanook la spalma

13. Nanook la spalma

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Ebbene, proprio in quel momento, amici Ebbene, proprio in quel momento, amici
Un cacciatore di pellicce Un cacciatore di pellicce
Che era di sana pianta reclamistico Che era di sana pianta reclamistico
 
Ebbe l’audacia di spuntare da dietro il mio igloo Ebbe l’audacia di spuntare da dietro il mio igloo

14. Nanook la spalma

14. Nanook la spalma

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Qualcuno di voi saprà Qualcuno di voi saprà
Che Sant’Alfonso è il santo patrono dei pescatori di osmeri Che Sant’Alfonso è il santo patrono dei pescatori di osmeri
Pescatori di O-S-M-E-R-I di origini portoghesi Pescatori di O-S-M-E-R-I di origini portoghesi
E che la sua parrocchia sta vicino al delta del fiume Columbia E che la sua parrocchia sta vicino al delta del fiume Columbia
Che è un posto proprio curioso Che è un posto proprio curioso
 
Ebbene, il cacciatore di pellicce doveva arrivare laggiù Ebbene, il cacciatore di pellicce doveva arrivare laggiù
E fare un blitz nella dispensa E fare un blitz nella dispensa
E localizzare un elisir misterioso E localizzare un elisir misterioso
Camuffato da confezione di margarina Camuffato da confezione di margarina
 
Doveva scassinare la dispensa Doveva scassinare la dispensa
Tirarne fuori un panetto Tirarne fuori un panetto
Spalmarsene un po’ su entrambi gli occhi deflitti Spalmarsene un po’ su entrambi gli occhi deflitti
E simulare così una qualche cura miracolosa E simulare così una qualche cura miracolosa
 
Restate sintonizzati per la seconda parte delle nostre avventure Restate sintonizzati per la seconda parte delle nostre avventure
Dove il cacciatore di pellicce sistema tutto Dove il cacciatore di pellicce sistema tutto
Allegria! Allegria!

15. Ultime parole di Frank…

15. Ultime parole di Frank…

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Bene. Secondo me ci siamo. Bene. Secondo me ci siamo.
 
Ah ah ah Ah ah ah
 
Ah ah ah. Ferma il nastro. Ah ah ah. Ferma il nastro.



Foto di Emerson-Loew

Testi inglesi dal sito Information Is Not Knowledge.